Ospite a Milano, nelle sale
dell’Arengario del Palazzo Reale, la fotografia di Robert
Capa si confronta con l’arte contemporanea, facendo assaggiare il fascino e
la durezza tipica dei reportage di guerra.
Le
immagini di Capa tracciano fin dal principio i contorni di un monumento
alla vita ed è tanto strano quanto affascinante parlare delle sue opere. Era
una persona che amava la vita; amava
la vita che sfuggiva alla guerra, con forza, con fortuna, seguendo destino
ed istinto.
Come si può parlare di un foto-reporter come tassello
dell’arte contemporanea?
Fin da ragazzo riusciva a vedere in un obiettivo, ad
inquadrare la realtà. Hemingwai, fedele
amico, scrive di lui come un’inesauribile fonte di carisma: "...Era talmente
vivo che uno deve mettercela tutta a pensarlo morto...".
Fra i suoi amici c’erano Picasso
e Matisse, e nel suo passato
figura il nome dell’agenzia fotografica che fondò con H.
Cartier Bresson, D.
Seymour, G.
Rodger, W. Vandivert:
si chiamava Magnum e presto
arrivò ad essere conosciuta anche oltre-oceano.
Robert Capa
viveva le sue immagini, per lui erano
l’impressione della realtà, quasi come un suo prolungamento. Sosteneva che
la guerra non si poteva ritrarre perché essa è soprattutto emozione e nei suoi
servizi sul fronte voleva immortalare il trionfo
dello spirito umano sulle avversità.
Numerose
sono le immagini che ci ha mostrato e che tutt’ora scorrono sotto i nostri
occhi. Egli sapeva che le sue stampe sarebbero state viste da migliaia di
persone e se ne sentiva responsabile. Il suo modo di "essere arte" si traduceva
in una vita a stretto
contatto con una dura realtà, per molti da giornale, e proponeva una
sincera visione del mondo ammorbidendone l’impatto... quasi sfumando in una
singola immagine il soggetto nel suo contesto. Immagini morbide, come quelle di uno dei suoi ultimi servizi,
"Sligthly out of Focus" (Leggermente fuori fuoco). Uno scatto veloce che
sapeva cogliere il cosiddetto "attimo" nella sua unicità ed
irripetibilità, lasciandolo però lasciandolo scorrere nel tempo.
Nelle sale di
Milano lo spazio scuro dava risalto a queste finestre sulla storia rendendo
omaggio al passato e ad uno
dei simboli del reportage di guerra e della fotografia mondana, che amava
la vita a tal punto di spegnersi fra le sue immagini. Morendo nella sua realtà.
Amate la gente e fateglielo sapere.
Robert Capa
Catalogo:
Robert Capa. I Volti della Storia.
Edito da Contrasto
per informazioni: www.contrasto.it
Voto
8,5