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  19/04/2024 - 05:31

 

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Scanner - musica
 


Natalie Merchant
Motherland
Il terzo album solista dell'ex volalist dei 10.000 Maniacs
Elektra/WEA 2002

 




                     di Giovanni Ballerini


"Predisporre la sequenza di brani di quest'album fu una grande sfida e mi auguro di essere riuscita e mettere insieme un prodotto ben bilanciato. Non avevo mai scritto canzoni così politicamente impegnate o così intimamente personali."

Si chiama Motherland il terzo album solista che Natalie Merchant ha registrato e co-prodotto con T Bone Burnett (Elvis Costello, i Wallflowers, Sam Philips e la colonna sonora di Oh Brother Where Are Thou?) Motherland raccoglie dodici nuove canzoni scritte dalla Merchant. Famosa per i suoi lavori stilisticamente eclettici, con Motherland la Merchant si spinge oltre, sia dal punto di vista della musica, che dei testi. Quest'ultimo lavoro tocca infatti più livelli emotivi ed intellettuali di qualsiasi altra opera della carriera della Merchant. Al fianco di Natalie in questo progetto, c'è il gruppo di musicisti con cui collabora da tempo: Erik Della Penna (chitarra, banjo), Gabriel Gordon (chitarra), Graham Maby (basso), Elizabeth Steen (tastiere), Matt Chamberlain (batteria), David Ralicke (sax). Per l'occasione l'organico è stato ampliato da alcuni ospiti d'eccezione, come il leggendario interprete di gospel Mavis Staples, il fisarmonicista Van Dyke Parks, Greg Leisz alla chitarra, banjo e mandolino. Stephen Barber ha arrangiato gli archi in tre canzoni.

La Merchant, che lunedì 20 maggio 2002 sarà in concerto (unica data nazionale) al Teatro Ciak (Via Sangallo 33) di Milano (Supporter: Andrea Miro' alla voce, chitarra e pianoforte, accompagnata da Davide "billa" Brambilla alla fisarmonica e alla tromba, che proporrà alcuni brani dal cd " Lucidamente"), iniziò la sua carriera nel 1981 come cantante e compositrice dei testi dei 10.000 Maniacs, la band folk art rock pop per eccellenza, realizzando con il gruppo sei album - HOPE CHEST (1982), THE WISHING CHAIR (1984), IN MY TRIBE (1987), BLIND MAN'S ZOO (1989), OUR TIME IN EDEN (1992), 10.000 MANIACS MTV UNPLUGGED (1993) - prima di dedicarsi con successo alla sua carriera solista - TIGERLILY (1995), OPHELIA (1997), NATALIE MERCHANT LIVE IN CONCERT (1999). I suoi testi provocatori l'hanno fatta paragonare più a personaggi letterari che a musicisti (" l'Emily Dickinson o la Flannery O'Connor del pop"). La sua fama di cantautrice di qualità e la sua particolare voce hanno da qualche tempo conquistato un pubblico fedele.

"La canzone che da il titolo all'album, Motherland, ha un significato ancora più profondo dopo gli eventi dell'11 Settembre e quanto ne è seguito. Ero molto più cinica quando scrissi, 'Terra madre cullami, chiudimi gli occhi, fammi addormentare con una ninna nanna, proteggimi, sdraiati al mio fianco, resta con me, non andartene.' Adesso la canzone suona più come una richiesta disperata di neutralità, di essere 'senza volto, senza nome, innocente, senza colpa e libero', un desiderio che tutti noi condividiamo per un mondo che avevamo dato per scontato e che ora abbiamo perduto. Improvvisamente, sembra che come nazione non possiamo più nascondere il nostro passato o il nostro presente o il nostro futuro. Per me è la morte della nostalgia e dei sogni."

Coloro che hanno seguito l'evoluzione della Merchant come artista apprezzeranno sicuramente questo suo nuovo lavoro dalle tinte forti. Motherland si apre con un arrangiamento ammaliante di archi e fiati di stampo arabo, sottolineato da chitarre elettriche distorte e un ritmo reggae. Quando la Merchant canta, "Non ho il dono della preveggenza per dire quello che succederà", descrive un popolo sull'orlo della ribellione. Il fatto sconvolgente che questo album è stato completato due giorni prima degli attacchi al World Trade Center e al Pentagono amplifica l'aspetto inquietante di questo testo.

"In realtà scrissi This house is on fire durante le proteste anti-globalizzazione a Seattle e lo scandalo dei voti durante il ballottaggio elettorale in Florida. Vidi gente scendere in strada per trovare una voce collettiva e farsi sentire. Decisi di chiedere a Stephen Barber di scrivere gli arrangiamenti degli archi in quel modo perché sono una fan della musica popolare Nord Africana, specialmente Om Kalsoum, la famosa cantante egiziana. E' davvero strano come nuovi eventi sembrano cospirare per dare a questa canzone nuovi significati che non avrei mai immaginato."

Voto 8 

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