L'hip hop è ciò che vivi, il rap è ciò che fai".
Dice il rapper newyorkese KRS One, ma la frase sta diventando d'attualità anche qui da noi, visto che sta emergendo anche in Italia una nuova generazione hip hop. Decine e decine di nuovi gruppi si stanno impegnando, non solo musicalmente, per dire la loro, per avere un ruolo attivo in questa cultura nata nei ghetti neri d'America.
Una serata da non perdere per chi ama il ritmo incalzante e sinuoso del sound nero americano. Appuntamento con l'hip hop italiano di qualità stasera (sabato 19 febbraio). Alle ore 21 il Teatro Manzoni di Pistoia presenta infatti in esclusiva per la rassegna internazionale di danza Manzoni DanzaDuemila lo spettacolo HIP-HOP PARADE. Ideato per il Progetto Regionale ToscanaDanza da VITTORIA OTTOLENGHI (collaborazione: Monica Ratti), Hip-Hop Parade nasce dall'esigenza di proporre una riflessione sulla danza come espressione del vissuto quotidiano delle nostre culture metropolitane, attingendo ai più spettacolari dei più recenti e creativi balli urbani: dall'hip hop (break dance e funk).
Il linguaggio dell'hip hop è frutto di quello che vivi, quello Che ti gira intorno, dalle radici musicali al contesto sociale. Ogni artista ha il suo linguaggio, del resto l'hip hop non è un linguaggio unico, ma un metodo di approccio alla vita. "L'hip hop nasce negli Stati Uniti, nei ghetti neri, in posti in cui chi ha la forza e la volontà di fare qualcosa nella vita lo trasporta nella musica, nello sport, nella danza.
Molti autori della danza teatrale internazionale di oggi guardano infatti con attenzione al contributo degli artisti di strada ed alcuni di questi hanno saputo assimilare le loro invenzioni e renderle uno spettacolo compiuto, che attira, stimola, diverte il pubblico.
Seguendo questa linea - per la prima volta in Italia - sono stati affiancati in vere e proprie RESIDENZE ARTISTICHE - alcuni dei migliori gruppi hip hop nazionali ad altrettante compagnie di balletto e danza contemporanea residenti in Toscana, nel dialettico gioco di scambio artistico e culturale. Ciascuna formazione, infatti - assieme a brani tipici del proprio repertorio - presenterà al Manzoni una creazione nata dall'osservazione diretta e ravvicinata del lavoro del proprio partner.
Voto
7