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  29/04/2024 - 12:56

 

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Timone d’Atene
Di William Shakespeare
Regia Branko Brezovec, Scene: Yane Calovski, Costumi: Blagoj Micevsky, Cast italiano: Sergio Aguirre, Angela Antonini, Sandra Garuglieri, Silvano Panichi, Damir Todorovic
Prima assoluta in italiano, macedone, turco al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino, Festival Intercity Edimburgo 26, 27, 28, 29 giugno 2005

 




                     di Tommaso Chimenti


Finalmente uno spettacolo di respiro internazionale, una regia sopra le righe, anche invasiva e egocentrica, ma presente e vigile, sempre, dove si coglie la mano di chi sta dietro, le mosse e le fila, le trame degli attori sulla scena tirate da un deus ex machina mai assente ed anche prepotente. Un’impronta forte, una sensazione di schiacciamento dentro questi trenini aperti da dodici posti suddivisi in due file dove siede il pubblico. Caldo infernale dentro la Limonaia aperta per l’occasione al dietro le quinte. Tre macchine, quasi da scontro del Luna Park, carrucole da montagne russe, canotti da rafting, scatole aperte, valigie di Folon, continuamente spostati dagli attori, quasi da mal di mare, cabine di un transatlantico.

Tre spettacoli identici, ma non uguali, nello stesso spettacolo. Contemporaneamente. Un container, tre attori, un solista. Italiano, macedone, turco. Ognuno sente la propria parte e l’eco di traduzioni simultanee incomprensibili. Una eco che porta oltre i confini perché la Storia di Timone č una storia universale, senza barriere, senza giri di vite culturali.

I cartelli con i sottotitoli sono oggetti di scena: diventano tavola e portate, piatti e quadri, denari, spade, scudi, libri e fonte battesimale, i doni per Timone. Ribaltato il concetto di teatro con gli attori fuori nel giardino ed il pubblico dentro, gli attori sulle poltroncine, gli spettatori sul retro palco a volteggiare sulle carrucole. Dalla finestra al muro come su un trenino che risale la mulattiera con le ridotte. Molta violenza, molto fisico e sudore, coralitŕ greca nei canti, nelle battaglie, negli scontri reali e veri con punte di acrobatismo ed atletismo. Il pubblico č assediato, partecipe, nel vivo dell’azione, curioso, non c’č motivo per far calare l’attenzione. La generositŕ di Timone, una volta caduto in disgrazia, viene ripagata con l’indifferenza ed il volta faccia degli amici d’un tempo. Il popolo vuole tiranni non benefattori. Pomposo e bellissimo, da opera, da epopea, saga infinita della lotta tra gli uomini ed i loro simili.

Voto 9 

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