Gli squali usati come icona per una
commedia percorsa dai drammi della vita. Dopo aver realizzato anni fa su di loro
una grande mostra, il giornalista, documentarista e fotografo Alberto
Luca Recchi porta gli squali in
teatro. Con uno spettacolo straordinario (di Paola Conte e Alberto Luca Recchi, scritto con Giovanni Carrada),
in cui la musica e gli effetti speciali non si limitano ad accompagnare la
storia, ma avvolgono lo spettatore e lo trasportano nel mondo a Recchi più congeniale: il suo
mare, la sua fantasia. "Squali
una storia vera un giorno", dopo
aver fatto con successo il giro dei teatri italiani, va in scena dal 1 al 4 febbraio
al Saschall
di Firenze.
Con Recchi In scena ci sono Beatrice Luzzi, Carlo Ragone, Tony Allotta, Pier Maria Cecchini e Giulia Ottonello. Le coreografie
di Patrizia Mancini e Donatella Palma sono interpretate da Natascia De Nicola, Eloise Fleur Chapman,
Serena Guzzon e Alessandra Miccichè,
le musiche sono di Massimo Nunzi, le scene di Stefano Cacciapaglia, i costumi di Rosanna Grassia,
il disegno luci di Armando Buttafava.
"Eppure avevo cominciato bene.
Tanti anni di studio. Una laurea in giurisprudenza, l'amministrazione di una
società .
Insomma un lavoro serio. Se avessi continuato
su questa strada, oggi sarei più inserito. Certamente più ricco, forse più
pallido. Invece ha preso il sopravvento la passione
per il mare. – spiega Alberto Luca Recchi -. Poi per
gli squali. Ho cominciato a immergermi nei mari di
tutto il mondo, dalla Micronesia all'Alaska, partecipando a spedizioni con i
più grandi documentaristi e ricercatori. Fino al
giorno in cui il mio ufficio è diventato il mare. Dai predatori del mondo degli affari sono
passato a quelli delle barriere coralline, quindi alle balene, ai delfini, a ogni tipo di creature grandi e piccole. Vivendo
avventure che non avrei mai immaginato. Assistendo a
spettacoli che non avevano mai avuto spettatori. Tutto quello che
vorreste sapere sulle profondità dell'oceano.”
Alla paura
dell’ignoto si sostituisce l’emozione e una sorta di ammirazione
per il predatore dei mari.
Niente a che vedere con il celebre film “Lo squalo”, di Steven
Spielberg quindi,
ma anche un esperimento da non perdere di teatro in mutazione. Un genere nuovo,
decisamente multimediale, in cui il teatro incontra e
sfuma nel cinema, la musica che crea emozioni, come la danza, mentre la
narrazione si dilata, trova altre dimensioni sensoriali per avvolgere e stupire
lo spettatore,.
Voto
7