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Teatro Sotterraneo
Dies Irae
5 episodi intorno alla fine della specie
Scritta da Daniele Villa, luci di Roberto Cafaggini, costumi di Lydia Sonderegger e graphic design di Claudio Paganini. Con Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli e Claudio Cirri. Prima toscana 19 gennaio 2010 al Teatro Studio di Scandicci. Foto di scena Paolo Rapalino

 




                     di Tommaso Chimenti


La fine del mondo si avvicina. E non certo per colpa della profezia Maya e del fatidico 2012. L’uomo ci ha messo, e continua a metterci costantemente, del suo. Ci stiamo pericolosamente avvicinando al baratro, senza pensare alle conseguenze, immaturi, credendoci immortali. L’abisso è vicino. “Dies Irae 5 episodi intorno alla fine della specie” (prima toscana il 19 gennaio 2010 al Teatro Studio di Scandicci, sold out) è “il giorno d’ira, quel giorno si dissolverà il mondo nelle fiamme”. Il requiem è in atto. Sono “cinque episodi sulla fine della specie”, come recita il sottotitolo, quelli che mettono in scena i Teatro Sotterraneo che, senza pietà, senza tenerezza, anzi con brutale presa di coscienza agiscono nel countdown di un orologio che scorre all’indietro. Siamo già agli sgoccioli, la bomba che, prima o poi, esploderà, deflagrerà potente in un’implosione eterna fagocitandoci nella nostra piccolezza. I Sotterraneo in scena, Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli e Claudio Cirri, (in cabina di regia c’è il dramaturg Daniele Villa), hanno tute, stivali e caschi bianchi quasi fossero astronauti, agenti segreti armati di mitragliatori di ultima generazione che spara sangue mediatico in quel mare fintamente candido che ci siamo costruiti attorno, lasciando il brutto, lo sporco ed il cattivo in televisione o in mondo lontano, terzo o quarto che sia. Uomini che uccidono i propri simili imbrattando e immediatamente seppellendo sotto il tappeto la polvere e le malefatte splatter mentre nell’aria gira, in varie versioni, il canto angelico e rassicurante di un“Alleluia” che cerca adepti, di una religiosità scaramantica che vuole offuscare la ragione sopprimendola a suon di gospel, inni alla gioia e segni della croce. Si gioca con la platea con il quiz radiofonico “Cosa sarebbe accaduto se” (tenete i cellulari a portata di mano, potrebbero servirvi). E pensare che il prossimo spettacolo dei Sotterraneo sarà “L’origine della specie”, prodotti dal Metastasio. Come a cercare il prequel dell’eclissi, il prima della distruzione, il come eravamo per rammaricarsi per quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto. Assolutamente da vedere. E rivedere.

Voto 8 

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