Il lettore a ore
Testo e regia José Sanchis Sinisterra
Con Maya Sansa, Gianluigi Tosto, Adriano Iurissevich, traduzione Antonella Caron, scene José Manuel Castanheira, luci Roberto Innocenti, costumi Valeria comandino, musiche originali Alessandro Magini, eseguite dal vivo da Massimo Barrera (violoncello) e Francesco Gesualdi (fisarmonica)
Prima nazionale al Teatro Fabbricone Prato dal 7 al 14 febbraio 2006
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Tre
personaggi si cercano e si sfuggono... intorno al rito intimo e misterioso
della lettura. C’è grande interesse per “Il Lettore a
ore”. Il testo di Sanchis Sinisterra,
attuale direttore dello Stabile Toscano, debutta in prima nazionale (con la regia
dello stesso Sinisterra) dal
7 al 14 febbraio 2006 al teatro Fabbricone di Prato. Sarà un’occasione da non perdere per
comprendere il linguaggio di questo drammaturgo nato a Valencia nel 1940 che si
è dedicato al teatro da giovanissimo, fondando l’Aula e il Laboratorio di
Teatro all’Università di Valencia e, nel 1977 il Teatro Fronterizo.
Fra i tanti riconoscimenti che Sinisterra ha ricevuto il suo lavoro, ricordiamo il Premio Nacional de Teatro nel 1990 e il Premio Lorca
nel 1991. Fra i suoi libri ricordiamo invece “La scena senza limiti e “Ay, Carmela” da
cui è stato tratto il film omonimo. Questo
allestimento, che è già stato rappresentato in Spagna negli anni ’90 al Teatro
National de Catalogna, è una novità assoluta, sia perché non è mai andato in
scena in Italia, ma anche perché, nel cast,
l’interprete femminile è un’attrice “rubata” al cinema al suo primo debutto in
teatro. Si tratta di Maya Sansa,
acclamata interprete di ottimi film come “La Balia” e “Buongiorno Notte”
di Marco Bellocchio, “La meglio gioventù” di Marco
Tullio Giordana).
Con Maya Sansa sono
in scena Gianluigi Tosto e Adriano Iurissevich.
Le scene sono del portoghese José Manuel Castanheira, le luci di Roberto Innocenti, i costumi di
Valeria Comandini e le musiche originali di
Alessandro Magini, eseguite dal vivo da Massimo Barrera (violoncello) e Francesco Gesualdi
(fisarmonica).
Nell’opera di Sinisterra tre personaggi mettono in
scena una ambigua geometria di mascheramento e rivelazione, dipendenza e autonomia,
dominio e sottomissione.
Celso, un uomo d’affari, ricco e colto, proprietario di una grande
biblioteca, assolda Ismael a ore per leggere romanzi alla figlia Lorena,
diventata cieca sette anni prima per cause non chiare, forse in rapporto con la
morte della madre. Da allora la giovane vive in una tensione emotiva che la
porta a chiudersi sempre più in se stessa.
Nel trascorrere delle sessioni giornaliere di lettura, mentre i flussi
narrativi – di Lampedusa, Conrad, Flaubert,
Schnitzler, etc. – condotti dalla voce di Ismael attraversano la corazza di Lorena, qualcosa inizia
a muoversi dentro di lei e a destabilizzare la apparente rigidità del triangolo
umano. Come se una palude di acque stagnanti (la vita
“reale”) fosse alterata e agitata dall’irruzione di ruscelli inaspettati (la
vita “immaginaria” dei romanzi).
Voto
8
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