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  28/03/2024 - 11:23

 

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Riccardo III o delle maledizioni
Adattamento e regia di Antonio Latella
Scene e costumi Emanuela Pischedda, disegno luci e ricerca suoni Giorgio Cervesi Ripa, musiche Chiara Cipolli e Michele Ferrari, Echo Art
Ha inaugurato il 10, 11, 12 dicembre 2002 a Firenze il nuovo Teatro Cantiere Florida

 




                     di Giovanni Ballerini


Amleto
Riccardo III o delle maledizioni
Rosencrantz e Guildenstern


"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facilmente a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare di sapere riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".

Questa citazione di Italo Calvino ben si sposa con la regia che Antonio Latella ha realizzato per il Riccardo III, lo spettacolo che ha inaugurato il 10, 11, 12 dicembre 2002 a Firenze il nuovo Teatro Cantiere Florida, uno spazio gestito dalla compagnia Elsinor che propone una programmazione ricca di eventi. Teatro ragazzi, ma anche una stagione serale improntata su produzioni e ospitalità, dedicata a Shakespeare e Testori e firmata da registi come Antonio Latella, Letizia Quintavalla, Bruno Stori .

Ma torniamo a questo dramma storico scritto, tra il 1591 e il 1594 da Shakespeare (e quindi appartiene alle sue opere giovanili) in cui Latella propone un Riccardo III che si rivela un personaggio quasi contemporaneo. Un clown tragico, un villain clown, un clown violento e sterminatore. Ma anche un uomo qualunque assetato dal desiderio di potere, un personaggio inquietante, attuale, complesso, contraddittorio.

"Ora è la parola chiave. Ora è il tempo che corre. Ora è la prima parola del testo. Il punto di partenza: il battito del tempo scandisce l'ascesa sanguinaria di Riccardo verso il trono, tesse la rete e intrappola le cavie e alla fine fagociterà lo stesso Riccardo, ucciso dalla sua fretta, dal potere e dalla sua disumana incapacità d'essere Re (il male uccide il male) - spiega Antonio Latella -. In questo testo la parola amore è esclusa; non c'è mai un gesto d'amore, non c'è mai pietà. Tutto è ossessione di potere, baratto d'anime. Il potere nutre il male e la mostruosità è un parassita che si nutre dell'innocenza, bambini fatti re a soli 9 mesi. In questa mia riduzione, vado a raccontare un dettaglio, un particolare che viene ingrandito, vivisezionato, per poi essere ancora ingrandito".

Per questo Riccardo III le scene e costumi sono di Emanuela Pischedda, il disegno luci e ricerca suoni di Giorgio Cervesi Ripa, le musiche di Chiara Cipolli, con la partecipazione di Michele Ferrari (ECHO ART). Gli attori in scena (Stefano Braschi, Giovanni Franzoni, Fabio Pasquini, Alessandro Quattro e Marco Cacciola) interpretano anche le parti femminili: la scelta non è solo dettata dal desiderio di ripercorrere la tradizione shakespeariana, ma si rivela un messaggio chiaro che il regista vuole dare agli spettatori: liberare il testo da qualsiasi riferimento all'amore, dall'affetto, dal senso materno.

Voto 7 

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