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  29/03/2024 - 15:16

 

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Rem & Cap
Colpo su Colpo
Un progetto composto da Riccardo Caporossi. Attori conduttori Riccardo Caporossi e Vincenzo Preziosa, luci Nuccio Marin
8 e 9 marzo 2013 Teatro Studio di Scandicci

 




                     di Giovanni Ballerini


Riccardo Caporossi, uno dei padri del teatro italiano di ricerca, che debuttò in teatro negli anni Settanta con Claudio Remondi sotto la sigla di Rem&Cap, torna al Teatro Studio di Scandicci con lo spettacolo Colpo su Colpo un viaggio sensoriale in cui invita, attraverso una modalità che coinvolge gli spettatori, all’ascolto di una narrazione che affonda le sue origini nel mito in una minuziosa ricostruzione delle atroci vicende degli Atridi. Basandosi su testi di Omero, Eschilo, Sofocle, Euripide, Graves, Frazer e Calasso, Caporossi e l'altro attore Vincenzo Preziosa sciorinano nefandezze con soave distacco ripercorrendo a ritroso gli eventi leggendari da Atreo e Tieste a Pelope intercalandoli da scritti propri fino a farne una riflessione sui nostri giorni. Riccardo Caporossi, in un breve prologo, invita il pubblico presente a coprire gli occhi con una benda che viene fornita e quindi a seguire la narrazione, che dura 50 minuti, soltanto nell’ascolto. Le bende, altro elemento importante correlato al racconto. Sbarrano gli occhi, chiudono la vista, occultano la visione vincolando alla percezione della propria immaginazione sollecitata dalle parole, dalla costruzione verbale delle immagini, dai suoni, i rumori, gli stimoli olfattivi che accompagnano lo svolgimento, tutti prodotti esclusivamente da un’azione.
Solo alla fine, tolta la benda, si vede un’ immagine costruita teatralmente che dura pochi minuti e poi si avrà modo di vedere una serie di disegni che rimandano a quello che è stato detto, intercalando la storia degli Atridi, descrivendo per filo e per segno queste immagini.
Alle parole si aggiunge una trama di rumori, suoni e stimoli olfattivi odori che sollecitano il pubblico bendato nella propria immaginazione.
Una narrazione epica che ci rimanda inevitabilmente a una riflessione sulla nostra contemporaneità. Poesia di altri tempi per raccontare, di nuovo, i miti come forma del nostro essere; e la scelta di questa storia, tra vendette, maledizioni, corruzioni, ricatti, viene proposta per riflettere sulle forze oscure del male.
La particolare modalità di ascolto consente allo spettatore-ascoltatore di seguire percorsi immaginativi suoi personali, senza necessariamente dover capire e comprendere i personaggi che popolano questa storia, senza necessariamente capire e comprendere le loro azioni, ma lasciandosi trascinare dal mistero che ancora ci consegnano e che ancora oggi ci fanno da specchio.

Voto 8 

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