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  27/04/2024 - 00:38

 

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Scanner - live
 


Marco Paolini
Lo spazio della parola
Profilo di un artista autentico
Un mattatore di orazioni civili

 




                     di Emilia Paternostro


Assistere ad uno spettacolo di Marco Paolini è un regalo da farsi e da fare agli amici più cari. Per due, tre intensissime ore l’inesauribile autore-attore, da solo sul palco, sequestra il suo pubblico ricostruendo avvenimenti, volti e ambienti con la sola forza della sua parola e dei suoi gesti. Ogni monologo di Paolini è un viaggio attraverso la memoria; a partire da tutto quello che bisogna sapere sul lavoro, lo sport e la politica. Fra i suoi spettacoli più intensi (anche se forse meno conosciuti) Scanner vi segnala anche Aprile ‘74 e 5. Sul palco l’attore attiva i luoghi, le piazze, il bar della Jole, il Campo dei Morti, dove si gioca il rugby più duro, Erto, Casso, Longarone, la Valle del Piave, i paesi che quella maledetta diga travolge. Poi passa ai dati, puntuali, precisi che si scolpiscono sulla sua lavagna; porta a testimonianza dei suoi racconti, testi, gli atti del processo, la registrazione della bomba di piazza della Loggia; poi di nuovo la parola che trasforma tutto ciò in immagine in movimento, che crea e diventa lo spazio, che apre e richiude squarci nel tempo, che si permette di scatenare il riso sulla tragedia, che si infiamma, coinvolge, che cambia la dimensione del tempo "perché passato e futuro si possono scegliere". Adoperando sapientemente il suo dialetto bellunese di origine, che evoca luoghi e personaggi, anima le osterie dei paesi di montagna, le case, il campo da rubgy e diventa strumento immediato e caratterizzante. Marco, mai retorico, mescola l’ironia alla tenerezza del ricordo, alla rabbia, al dolore. Paolini non pretende di raccontare la verità. E lo vedi così scendere dal palco ad ascoltare la gente che ha voglia di confrontare emozioni, di aggiungere particolari, di accrescere il racconto, un pubblico che si sente autorizzato al confronto, alla "confessione" di fronte a questo uomo dai grandi occhi chiari che cattura la tua fiducia e a cui consegni volentieri i tuoi ricordi con la speranza che almeno lui continui a raccontare e a far ricordare "perché un paese che dimentica se stesso è un paese triste". Marco Paolini è nato a Belluno (1956). Vive a Treviso. Ha iniziato a far teatro professionale nel 1976 fondando Il Teatro degli Stracci, teatro di strada e clownerie. Nel 1981 partecipa all’esperienza dell’ISTA (International School of Theatre Antropology) a Volterra, diretta da Eugenio Barba, dove tra gli altri conosce Gabriele Vacis. Nel 1980-81 ha lavorato in progetti del Centro per la Ricerca Teatrale di Pontedera; dall’84 all’86 ha lavorato nel TAG Teatro di Venezia; inoltre dal 1981 al 1988 ha diretto numerosi festival e rassegne teatrali in Veneto. Dal 1987 al 1984 ha lavorato come autore e attore con il Teatro Settimo. Dal 1990 fa parte della cooperativa Moby Dick con cui collabora al progetto Teatri della Riviera. Ha partecipato al film Caro Diario di Nanni Moretti e a Il Toro di Carlo Mazzacurati.

Voto 8 

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