Numeri da capogiro, basti pensare ai 10.000.000 di dischi venduti, ed un cast tutto da scoprire affiancato da una collaborazione perfetta tra produzione, organizzativo e regia. Le musiche di Riccardo Cocciante e Luc Plamondon, coautori dello spettacolo, hanno reso splendidamente il ritmo di questa storia, già riscoperta dal “mondo Disney” che le aveva dedicato un lungometraggio dal lieto fine.

“Notre Dame de Paris“, il romanzo scritto da Victor Hugo, narra una storia ricca di personaggi ed emozioni, Quasimodo, il gobbo di Notre Dame (interpretato da Gio’ Di Tonno), è il simbolo del vero amore. Una vita all’ombra della società, un corpo sfigurato che racchiude però un grande cuore. E’ lui il protagonista, è lui che si innamora della dolce Esmeralda (Lola Ponce/Rosalia Misseri), gitana, bella… un amore impossibile. Una storia che Hugo sapientemente scrive per rivalutare i sentimenti, dedicata alla sua cultura legata allo sfarzo e all’estetica, che incanta, sfrutta a poi tradisce personificata da Febo (Graziano Galatone/Heron Borelli) il bel capitano delle guardie del Re fidanzato con Fiordaliso (Claudia D’Ottavi/Chiara di Bari) e da Frollo (Vittorio Matteucci/Fabrizio Voghera), l’arcidiacono della Cattedrale; non manca l’amicizia, cieca e fedele, di Clopin (Marco Guerzoni/Cristian Mini) che cerca di proteggere Esmeralda fino alla morte. Una storia d’amore… un amore fatto di passione, amicizia, fedeltà, un amore che sa essere triste, che sa essere vero. Un romanzo, “triste” ma emozionante, in cui lo stesso Hugo vuole esserne partecipe. Lo fa nei panni di Gringoire (Matteo Setti), il poeta, cantastorie, che ricorda i valori del passato e osserva impotente il presente.

Le Musiche di R. Cocciante diventano poesia e si allineano al meglio con la scena e con la trama. Una simbiosi perfetta, strana, che pone questo spettacolo fra l’Opera e il Teatro.
E cosa può nascere dall’unione di due capolavori quali romanzo e musica?

Una domanda che può trovare risposta solo in scena, solo assaporando questo grandioso spettacolo interpretato da un cast giovanissimo e che inizialmente ha destato molte riserve. I nomi scelti sono stati una sorpresa: nessun personaggio di rilievo, molti giovani che hanno però confermato le aspettative della regia. Ottimi cantanti, pregevoli attori, grandi personalità. Un lavoro sorprendente per risultato e realizzazione, che dimostra al mondo dello spettacolo che il nome e la fama vengono spesso superati da talento e professionalità.

I costumi dai colori sgarganti di Fred Santal fanno respirare il profumo del passsato mentre la scenografia (di Christian Ratz) e il palcoscenico lasciano ampi spazi che riavvicinano il pubblico ai grandi eventi musicali dal vivo, quasi estinti.

Una vera e propria Opera d’Arte con la “A” maiuscola!