Associazione Archètipo : La Principessa Bianca, recensione dello spettacolo, regia di Riccardo Massai, 2010
Associazione Archètipo : La Principessa Bianca, presentazione dello spettacolo, regia di Riccardo Massai, 2010
Associazione Archètipo : Blu (nello spazio di un respiro), regia di Riccardo Massai, 2009
Associazione Archètipo : Spoon River di Edgar Lee Masters , regia di Riccardo Massai, 2007
Associazione Archètipo : Le Baccanti di Euripide, regia di Riccardo Massai, 2007
Associazione Archètipo : Spoon River di Edgar Lee Masters , regia di Riccardo Massai, 2006
Associazione Archètipo : Il mercante di Venezia di William Shakespeare, regia di Riccardo Massai, 2006
Associazione Archètipo : I Savoiardi, regia di Riccardo Massai, 2005
Associazione Archètipo : Battaglia nel Nero di Roland Topor, regia di Riccardo Massai, 2005 - 2006
Associazione Archètipo : Macbeth di William Shakespeare, regia di Riccardo Massai, 2004
"Il teatro, come la peste,
scioglie conflitti, sprigiona forze, libera possibilità, e se queste
possibilità e forze sono nere, la colpa non è della peste o del teatro, ma
della vita" (Antonin Artaud).
In bilico tra il sogno e
l’incubo, ora bianchissimo, ora candido latte, adesso nefasto e nebuloso, “La
principessa bianca”- sposa cadavere- sirena di rilkiana memoria, simbolo
decadente, emaciato e in decomposizione, stagna nella sua gabbia dorata dentro
la quale si trova al riparo, al sicuro, nel rifugio costruitole attorno. Fuori
è il tumulto, l’inconscio, lo sconosciuto, il non gestibile, il sorprendente,
anche, quindi, l’ansioso. Il regista Riccardo
Massai fa entrare, come ragno, la sua principessa Silvia Guidi (prende i
panni che non ha mai vestito Eleonora
Duse), che da sempre ha posto il suo percorso artistico al servizio della
ricerca teatrale in campo psicologico se non addirittura psichiatrico per
capirne i gangli per carpirne i risvolti, in un cono orizzontale. E’ certamente
il vortice della mente, ma anche la tana kafkiana, è
una spirale dove cadere volentieri, un gorgo, un cannocchiale per vedere la
realtà deformata, un caleidoscopio lisergico, un tubo che conduce, un intestino
che ristagna, un buco che attrae, un pozzo claustrofobico, un oblò per
descrivere il mondo là fuori, un bicchiere rovesciato dove leggere i fondi del
caffé, una galleria del vento, una navicella spaziale che fluttua nell’universo
senza gravità, un tunnel la cui uscita è ora uno specchio riflettente, ora un
Cristo che galleggia, ora un buco nero che si mangia l’intorno, è la pancia
della balena di Pinocchio, è una teca di vetro per mostrare gli esperimenti, è
una bara, una cella, una tomba con impressioni d’eclisse. Il tappeto sonoro
eclettico e variegato di Vanni Cassori è azzeccato e spazia negli stati e
strati d’animo e segue alla lettera la partitura della parola e i continui
sommovimenti dei sentimenti in divenire. La principessa potrebbe assumere ai
nostri occhi l’inadeguatezza di una Marylin, la bellezza triste di Lady D, l’algidità
superba della Fata Turchina, il sorriso mesto di Grace Kelly, la vitalità repressa
delle mogli di Barbablu, l’annegare di Ofelia. Sono anime nel limbo, immerse in
un delirio manicomiale. E’ Alice nel castello che ha paura a restare e timore
ad uscirne. Fuori c’è l’amante, travestito da peste, da malattia, da zombie di
Romero e una città oltre il lago che pare “L’isola dei morti” di Bocklin,
mentre i latrati di lupi famelici- licantropi danno i brividi dei cani
dell’“Inferno” nella versione di Romeo Castellucci.
Una cellula devastante che prende le sembianze di un messaggero tossente, che è
l’inizio della fine che s’insinua in punta di piedi prima di esplodere
virulento. Il terreno, la vena, l’arteria, il corpo, l’organismo è stato
irrimediabilmente colpito e il decesso è l’ultima soluzione, l’unica via
d’uscita. Una Morte a
Venezia che puzza di marcio, tra simbolismo e romanticismo, a respirare la
peste manzoniana come quella di Camus. E’ come sentire l’odore da nausea dolce
dell’acqua putrida rimasta in un vaso di fiori macilenti e secchi davanti ad
una lapide in un cimitero. Come urina d’asparagi. Info: 055.621894; 13, 11
euro; durata: 1h; www.archetipo.it.
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