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  26/04/2024 - 18:56

 

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Les Ballets C De La B
Gardenia
Di Alain Platel, Frank Van Laecke, musica di Steven Prengels, scenografia Paul Gallis, costumi Marie ‘costume’ Lauwers, luci Kurt Lefevre, suono Sam Serruys, fotografie Luk Monsaert, direzione di produzione Valerie Desmet. Interpreti Vanessa Van Durme, Griet Debacker, Hendrik Lebon, Andrea De Laet, Richard ‘Tootsie’ Dierick, Danilo Povolo, Gerrit Becker, Dirk Van Vaerenbergh, Rudy Suwyns
Il 3 e 4 maggio 2011al Teatro Verdi di Firenze, inaugura Fabbrica Europa, durata 105’

 




                     di Giovanni Ballerini


E' uno spettacolo di teatro danza pieno di poesia e stupore quello che ha inaugurato il festival Fabbrica Europa 2011. Stiamo parlando di Gardenia, di Alain Platel e Frank Van Laecke - basato su di un'idea di Vanessa Van Durme. Lo spettacolo portato in scena da Les Ballets C De La B il 3 e 4 maggio 2011 al Teatro Verdi di Firenze (con le musiche di Steven Prengels, la  scenografia di Paul Gallis, i costumi di Marie ‘costume’ Lauwers, le luci di Kurt Lefevre, il suono Sam Serruys e le fotografie di scena di Luk Monsaert), era stato presentato, forse per creare scabrosa attenzione sull’evento, come una pièce bizzarra, eccentrica, un cabaret colorato e scintillante. Ma di Gardenia a noi ha affascinato soprattutto l’anima elegante e melanconica dei nove personaggi in scena: sette attempati travestiti e/o transessuali che si raccontano attraverso i gesti, misurati e pieni di charme di una performance azzeccata, intrecciando la loro narrazione (danzata – non danzata) con quelle di un giovane e una donna. Vanessa Van Durme, Griet Debacker, Hendrik Lebon, Andrea De Laet, Richard ‘Tootsie’ Dierick, Danilo Povolo, Gerrit Becker, Dirk Van Vaerenbergh, Rudy Suwyns si presentano con poche parole cantate o recitate, ma fanno vibrare lo spazio grazie a una eclatante ostentazione di grazia in movimento. Il risultato è una magica coreografia su cui si specchiano esistenze diverse, vulnerabili e tormentate quanto basta da far sbocciare il lato femminile senza torbidezze di sorta. Non c’è contrasto fra mascolinità e femminilità, ma una sorprendente armonia che fiorisce pian piano durante la performance, svelando l’attenzione, l’amore dei protagonisti verso il loro insopprimibile universo rosa.
La metamorfosi ha poco o niente dell’universo drag queen. E’ piuttosto un’inaspettata evoluzione, lo svelamento in diretta di personalità, che volano via dai abiti maschili, di stile classico (delle scene iniziali), per trionfare in abiti a fiori, chemisier, gonne e camicette, scarpe con i tacchi, accessori vari. Via via che spuntano parrucche, che il trucco si fa più composito, è come se fiorisse, come un gardenia, appunto, l’immagine vera dei protagonisti, che finalmente lasciano trasparire la loro anima nascosta e con sorrisi liberatori salutano raggianti la platea.

Voto 8 

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