Intercity 20, presentazione del festival 2007
Presentazione, Rodrigo Garcia, A un certo punto ...
Recensione, Rodrigo Garcia, A un certo punto ...
Intervista a Rodrigo Garcia
Jimmy, di Marie Brassard
Alias Godot, Regia di David Ferry, 2006
La compagnia Third Angel, Presumption, 2007
Compagnie Yvette Bozsik, Miss Julie, 2007
Patricia Portela, Wasteband, 2007
Akhe, Faust in cube. 2360 Words, 2007
La nuova tonaca di Dio, Nature morte dans un fossé, di John Clifford Tri-boo e di Fausto Paravidino, 2007
Sembra il titolo di un film
di Lina Wertmüller e invece “A un
certo punto della vita dovresti impegnarti seriamente e smettere di fare il
ridicolo”, che dal 13 al 16 settembre
2007 debutta in prima assoluta in italiano e spagnolo al Teatro della Limonaia di Sesto
Fiorentino, è l’ultima creazione di Rodrigo
García, vincitore del Premio Ubu 2004 e fondatore a Madrid della compagnia Carnicería Teatro
(Macelleria Teatro). Il provocatorio regista che con "Matar para
comer" (uccidere per mangiare), mise in mostra la straziante agonia di un
astice per riflettere sulla crudeltà del mondo contemporaneo, Nello spettacolo
che inaugura la ventesima edizione del festival Intercity punta i fari
sul disordine.
“Il
disordine, il suo fascino ci indispone perché ha in sé una perfezione
irrisolta, come un organismo sempre sul punto di rivelarsi – spiega l’autore,
videoartista, performer, scenografo e regista argentino –. chiamiamo disordine
il preciso concatenarsi di eventi inconsueti che nel nostro intimo percepiamo
come assoluti e che per questo tacciamo di imperfetti e di inutili (ho
l’impressione che sia per paura). Detto questo, una manifestazione artistica
dovrebbe essere un concatenarsi rigoroso di gesti che aspirano a un certo
miglioramento”.
Rodrigo García, personaggio
chiave della scena teatrale internazionale, torna nel 2007 a Intercity dopo
l’emozionante Paté di ragazza (Intercity Madrid, 1994) e il provocatorio La
historia de Ronald el Payaso de Macdonald’s (Intercity Athina 2, 2003).
Autore e regista radicale, García è capace di mescolare vari linguaggi con
humour e salutare insolenza; dal video all’arte plastica, alla pura narrazione,
vuole arrivare a toccare la sensibilità del pubblico, a produrre emozioni e
tensioni mettendo in scena la rabbia soffocata, il malessere economico,
sessuale, politico o letterario, battendosi contro tutte le convenzioni.
Tra i
suoi lavori: Acera derecha (1989); Prometeo (1992); Protegeme de lo que deseo
(1997); Borges (1999); After Sun (2000); Compré
una pala en Ikea para cavar mi tumba (2001); Rey Lear, Jardinería
Humana, Agamenon (2003); Cruda, vuelta y vuelta, al punto, chamuscada
(2007). Alcune delle sue opere sono state tradotte e pubblicate in Italia dalla
casa editrice Ubulibri di Milano (Sei pezzi di teatro in tanti round, 2003),
mentre l’opera completa in quattro volumi è pubblicata nell’edizione francese
di Les Solitaires
Intempestifs (Rodrigo García - Écrivains de plateau 4, 2007).
“Ci
vorrebbe un miglioramento di ciò che è consuetudine (nel senso di utilizzo di
ciò che è insolito, e insistendo sul concetto di etiche precarie, che si
annullano l’un l’altra per formare la Grande Etica effimera e contraddittoria) – sottolinea
Rodrigo García –.
Ci
vorrebbe un miglioramento della storia (la storia dimostra che qualsiasi
tentativo di conservare, di fissare, ha avuto il solo effetto di ritardare ciò
che doveva comunque accadere). Ogni volta che parliamo di caotico o di senza
senso di fronte a gesti indispensabili, ci rendiamo ridicoli”.
Voto
7