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Fabbrica Europa 1997
Territori, arte e nuove tecnologie
Il disordine delle arti
Teatro, danza, arte e musica in festival

 




                     di Giovanni Ballerini


  Fabbrica Europa 2003 teatro, danza, arti visive
  Fabbrica Europa 2003 musica
  Fabbrica Europa 2002
  Fabbrica Europa 2001
  Fabbrica Europa 2000
  Fabbrica Europa 1999
  Fabbrica Europa 1998
  Fabbrica Europa 1997


Il disordine delle arti ci sempre piaciuto. Soprattutto se è un mezzo, un tramite per esplorare nuovi territori, esperienze creative ancora in formazione, zone franche, in qualche modo aliene dall'eredità del passato, ma anche dalle troppe convenzioni formali che una certa contemporaneità patinata trasforma in slogan pubblicitari, in luoghi comuni. Forse è per questo che, a vario titolo, un po' tutti i redattori di Scanner hanno seguito, almeno in parte, gli eventi proposti da Fabbrica Europa nelle sue passate tre edizioni. Ci sembrava giusto quindi dedicare all'edizione 97 della manifestazione internazionale, ma allo stesso tempo fiorentina, un obiettivo privilegiato, un'affettuosa, ma puntuale analisi critica. I territori di Fabbrica Europa sono sia ideali che fisici, visto che la manifestazione si sviluppa in ambienti particolari, dà la parola a Nord, Sud, Est, Ovest, nel senso che la manifestazione crea un incontro creativo, un interazione fra artisti, ma anche fra popoli, fra culture diverse. Ma, prima di inerpicarci in questo intrigante percorso artistico multimediale, andiamo a rimirarla da più in basso (come cantava il Banco del Mutuo soccorso degli esordi) e, prima di cliccare il sito Internet dedicato alla rassegna www.fabbricaeuropa.net, lasciamo la parola a Maurizia Settembri (che, con Andrèes Morte Teres, è il direttore artistico di Fabbrica Europa): Firenze non è la città bottegaia che certi luoghi comuni talvolta ci fanno credere, ma un luogo dinamico, ricco di operatori, persone impegnate, gente attiva che crea, progetta e per questo spesso si trova in movimento, cambia città, nazione per lavoro, ma che poi torna volentieri, mettendo spesso a disposizione esperienze diverse. Per questo è importante creare un luogo, uno spazio che coinvolga quelle creatività che sono dieci, venti anni fa avevano forse modo di esprimersi con più rilevanza nel tessuto cittadino. Fabbrica Europa ovviamente non è solo Firenze, ma è giusto riflettere che se la Stazione Leopolda fosse tutto l'anno uno spazio a disposizione della città anche Firenze, come ogni città internazionale, potrebbe poter usufruire di un vero centro culturale.

Voto 8 

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