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Fabbrica Europa 2010
XVII edizione
Europa < - > Mediterraneo < - > Oriente
Firenze, Stazione Leopolda e altri spazi dal 6 al 25 maggio 2010

 




                     di Giovanni Ballerini


Un’indagine sugli strumenti della creazione artistica contemporanea, sui percorsi, le suggestioni, ma anche sulle differenze, tra Occidente e Oriente caratterizza la XVII edizione di Fabbrica Europa, che nel 2010 si muove idealmente verso Est, dall'Europa e dal Mediterraneo per giungere fino in Cina. E indaga il rapporto arte e scienza.
Sempre di più, fra coreografi, registi, musicisti, artisti e studiosi conducono insieme ricerche a livello internazionale che uniscono alla prassi puramente artistica scienza e nuove tecnologie, contribuendo alla definizione di nuovi paradigmi estetici e superando il concetto classico di discipline artistiche. Fabbrica Europa dà spazio a quegli artisti che più di altri si confrontano con la pratica sperimentale e la ricerca tecnologica, indagando i meccanismi segreti della conoscenza, facendo proprio il potenziale offerto da nuove teorie e metodologie.

Chi arriva a fabbrica Europa è accolto da La spirale appare, un’ opera totale creata con ferro, fascine di legno, vetro, neon e giornali da Mario Merz, un’installazione sulla relazione tra arte, matematica e cosmologia che viene riproposta a 20 anni dalla grande mostra personale che il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato dedicò all’alfiere del movimento Arte povera. Fra le altre installazioni citiamo Per vedere. Action figure di e con la brava danzatrice pratese Luisa Cortesi, in collaborazione con Massimo Barzagli, un’opera sullo scorrere del tempo: un lavoro coreografico e scultoreo in cui il corpo performante agisce come modello attivo nella costruzione di un’opera d’arte inserita nel progetto istallativo sul piazzale esterno della Leopolda.

"Arial" è invece l’installazione dei media artists Granular Synthesis, la cui arte multimediale mira alla fusione di video e suono in un unico mezzo espressivo (6/5/2010). Framerate 0_primo esperimento è la nuova creazione del gruppo romano Santasangre (recente vincitore del Premio Ubu), è una performance/installazione intorno alla traduzione in linguaggio artistico di ciò che appartiene alla scienza. La spazializzazione del suono è alla base anche di The table of earth, una prima assoluta in cui la versatilità vocale e gestuale del performer americano David Moss è ancora una volta messa in relazione con la ricerca di Tempo Reale nei settori dell’interattività, delle tecniche di microfonazione e di elaborazione del suono (Villa Strozzi, 15/5/2010). Oriente e Occidente si fondono nel personalissimo linguaggio contemporaneo del coreografo,danzatore, regista, pittore, calligrafo e designer Shen Wei, considerato dalla critica internazionale uno degli artisti più originali del momento. Il festival ospita il trittico Re–(I, II, III) - Tibet (2006), Angkor Wat (2007), New Silk Road (2009) – manifesto, introspettivo e al contempo universale, di un’arte interdisciplinare e interculturale che mostra tre impenetrabili, misteriose e affascinanti società, Tibet, Cambogia e Cina, filtrandole attraverso danza, fotografia, voce, musica (Teatro Era di Pontedera, 15/5/2010). In prima nazionale, in collaborazione con il 73° Maggio Musicale Fiorentino, va in scena La verité 25 x par seconde, la nuova creazione del coreografo belga Frédéric Flamand con il Ballet National de Marseille : una riflessione sulla mutazione della percezione, sull’ambiguità del rapporto verità/ menzogna, sullo stato del corpo in rapporto alle evoluzioni tecnologiche (Stazione Leopolda, 20-22/5).

Ma passiamo allo spettacolo (o al regista) delle polemiche: Another Sleepy Dusty Delta Day di Jan Fabre, che trae ispirazione da una canzone di Bobbie Gentry. È uno studio sulla morte, sull’amore assoluto, sul suicidio e sulle conseguenze psichiche in chi sopravvive alla perdita della persona amata. Una grande installazione con trenini sul pavimento e uccelli in gabbia appesi al soffitto fa da scenario. Sul palco la giovane e talentuosa performer greca Artemis Stavridi (Stazione Leopolda, 12,13/5/ 2010). Albero senza ombra è la creazione, in prima assoluta di César Brie. L’attore e regista argentino ha indagato sul massacro di contadini (andavano a una riunione sindacale avvenuto nella regione di Pando, nella giungla boliviana, l'11 settembre 2008), viaggiando nella giungla, intervistando vittime e carnefici, analizzando informazioni poliziesche, giudiziarie e mediche (Istituto Francese, 11-15/5/2010). La sperimentazione e l'utilizzo di sistemi di illuminotecnica è al centro del lavoro della Compagnia Krypton che propone Il ponte di pietra, regia di Giancarlo Cauteruccio, testo del canadese Daniel Danis. Krypton fonda la sua poetica sull’esplorazione delle tecnologie e della loro applicazione sulla scena e nelle arti con un’attitudine interdisciplinare che si rivolge al teatro come all’architettura e alle arti visive (Teatro Studio di Scandicci, 11-13/5/2010). Giving voice, in collaborazione con il Centre for Performance Research di Aberystwyth (UK) è un percorso di performance, workshop e work session. L’israeliana Victoria Hanna compone rifacendosi agli antichi testi sacri dell’ebraismo ed esplorandone la natura mistica in relazione alla simbologia legata agli aspetti trascendentali della voce, del testo e della percezione spaziale (Stazione Leopolda, 11/5/2010). Dalla Siberia la musica sciamanica di Stepanida Borisova: attrice, cantante e figura di culto del fenomeno Yakutian rock, incanta per la straordinaria voce che sa spaziare dal rock al jazz, all’avanguardia (Stazione Leopolda, 16/5/2010).

Sempre nell’ambito del progetto Giving Voice, Teatr Zar, gruppo polacco nato in seno al Centro Grotowski di Wroclaw, porta in scena il dittico Gospels of childhood. Ouverture e Anhelli. The calling (Stazione Leopolda, 19-22/5). Il Workcenter di Jerzy Grotowski e Thomas Richards prosegue la propria ricerca su musica e parola con due lavori: The living room e I am America (Istituto Francese, 18,19/5/2010). Le Cri è la creazione della franco-algerina Nacera Belaza, premiata in Francia come rivelazione coreografica 2008. Nella sua danza minimalista ed espressiva – che prende le mosse dal corpo femminile inerte poi animato dai salmi di Larbi Betsam e dalle voci di Maria Callas e Amy Winehouse - convivono ascesi e piacere, spiritualismo e una forma discreta di sensualità (Stazione Leopolda, 16/5/2010). Young Ho Nam esplora il legame tra corpo e spirito nella danza tradizionale coreana. Il solo, in prima nazionale, Une Femme Coréenne è la reinterpretazione di una delle danze rituali dei monaci buddisti (Stazione Leopolda, 8/5/2010). Alessandro Carboni è un attento osservatore e interprete della geo-politica culturale, nella sua performance Lâu Nay la coreografia diviene strumento per indagare, codificare e studiare i processi cognitivi, percettivi e di apprendimento. (Teatro Studio di Scandicci, 20,21/5/2010). Carboni è anche protagonista insieme a Dickson Dee (sound artist, produttore, compositore) di un vj e dj set cui si aggiunge il dj set della tailandese Nakadia (Stazione Leopolda, 22/5/2010). Fabrice Lambert in Solaire mette a punto un dispositivo di luce che è attivato da movimenti manuali d’immagini in funzione di azioni sul pavimento (Teatro Cantiere Florida, 18/5). Il Gruppo Nanou presenta la Prima e Seconda stanza di Motel [Faccende personali], un’unità di tempo, un luogo familiare, disabitato; è la stanza dei segreti, degli amanti, delle puttane, il rifugio degli assassini, la sosta dei viaggiatori (Teatro Cantiere Florida, 8,9/5/2010). Letizia Renzini e Marina Giovannini presentano La Bambola di Carne, una composizione per schermi video, corpi, suono e luci basata su un film del 1919 di Ernst Lubitsch: Die Puppe (Teatro Studio di Scandicci, 6,8,9/5).

Cristina Rizzo, partendo da un progetto di scrittura di una partitura poi affidata ad altri 3 coreografi per una rielaborazione personale (Salamon, Michele Di Stefano, Matteo Levaggi), propone la nuova creazione Dance N°3, tre soli da lei stessa interpretati (Teatro Cantiere Florida, 22,23/5).

In collaborazione con Switch Social Network e l’etichetta francese I.O.T viene presentato Back to Mongola : Tradizione sciamanica - ritualità elettronica. Sul palco Gendos Chamzyryn, sciamano, performer, insegnante di musica e cultura tradizionale a Tuva (Mongolia), esperto suonatore di vari strumenti tradizionali e grande interprete e innovatore delle tecniche del canto armonico tra cui il profondo canto di gola “ Kargiraa ”. Insieme a lui, a formare il trio K-Space, il compositore e musicista inglese Tim Hodgkinson e il percussionista e batterista scozzese Ken Hyder. A seguire il live set del vincitore del Premio Mongolia Sound Banking, il dj set di Leon P ispirato alle sonorità sciamaniche e il dj set di Crystal Distortion (Stazione Leopolda, 8/5/2010). Alla scena elettronica multimediale del Giappone è dedicato il dj set di preview del Muv Festival, evento che indaga le arti digitali, la musica elettronica e la sperimentazione audiovisiva. Sul palco: Akiko Kiyama, Tanaka (Stazione Leopolda, 7/5/2010). Un incontro fortunato quello tra Pasquale Mirra al vibrafono e Hamid Drake, batteria, fram drum e voce, vero maestro nel creare basi poliritmiche torrenziali su cui si inne­stano le sonorità poetiche e impattanti di Mirra (Stazione Leopolda, 9/5/2010). La scena musicale indiana è rappresentata dal live di Talvin Singh - emblema della fusione tra elettronica e musica tradizionale - e dal dj set di Raj Pannu, artista dalla tecnica sopraffina e dalla straordinaria capacità di gestire le tecnologie video (Stazione Leopolda, 14/5/2010).

I Dhoad, gitani del Rajasthan, sono musicisti che incarnano la più autentica tradizione gitana che li vuole nomadi e appartenenti a religioni e a caste diverse, ma anche musicisti classici sufi, cantastorie, artisti di strada (Stazione Leopolda, 15/5/2010). Il quartetto composto da Ares Tavolazzi, Elias Nardi, Edmondo Romano ed Emanuele Le Pera, porta avanti una ricerca musicale, creando un ponte sonoro tra la musica mediorientale e il jazz. Nadir &egrav= e; un originale impasto sonoro che scaturisce dalle avvolgenti melodie e dalle ritmiche trascinanti tipiche del repertorio arabo-ottomano classico (Stazio= ne Leopolda, 18/5/2010). Il cantiere creativo internazionale Roots&Routes, sostenuto dall’Unione Europea, sviluppa istallazioni, performance e dj set attraverso laboratori di lavoro di giovani artisti di tutto il mondo. Maestro di cerimonie della serata Badara Seck con il Badamj Ensamble (Stazione Leopolda, 19/5).

Una performance -installazione, che prende spunto dall’Odissea di Omero e dall’Ulisse di Joyce,   permette allo spettatore di vivere l’esperienza di un’odissea consapevole o inconsapevole. Il collettivo D.L.T., attraverso la manipolazione di audio, video e azione performativa, rielabora in tempo reale gli interventi del pubblico (Stazione Leopolda, 12/5/2010).

Non mancano le serate dedicate ai dj set: Peter Yu & Paul Harden (13/5/2010), i progetti Monochrome Grooves (20,21/5/2010) e Global Kan Kan (15/5/2010). Gong e sciamani: una performance estatica introduce alla musica come tramite per un viaggio nelle realtà superiori della coscienza (Stazione Leopolda, 11/5/2010). Putho! è uno spettacolo di circo cambogiano che fa scoprire la cultura khmer. Da anni l’ONG Phare Ponleu Selpak Cirk lavora con i bambini cambogiani vittime di violenze (Stazione Leopolda, 16/5). Fabbrica Europa dà come sempre spazio a momenti di riflessione e approfondimento sui principali temi legati al contemporaneo e alle linee guida del festival attraverso incontri e conferenze: Luigi Lombardi Vallauri, Mino Gabriele, Alessandro Carboni e molti altri. Inoltre viene presentato il vol= ume La terza vita di Leo, un omaggio a Leo de Berardinis, maestro della scena contemporanea (Istituto Francese, 13/5/2010). Chiude il programma del festival L’Imbalsamatore, su testo di Renzo Rosso, prima regia d’opera di Giorgio Battistelli. I livelli narrativi di questo monodramma si dipanano in una intensa drammaturgia che si colora di ironia, toni grotteschi e surreali. Interprete unico è l’attore Paolo Calabresi; sul podio dell’Orchestra Regionale Toscana Erasmo Gaudiomonte (Stazione Leopolda, 24,25/5/2010).

Voto 8 

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