"L’occasione offerta dal corso si concretizza
inoltre nella possibilità di realizzare una nuova versione del testo avendo a
disposizione un ensemble di attori omogeneo e favorito dalla continuità del
lavoro".
Un maestro del teatro incontra dodici giovani attori con una nuova versione di Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, rappresentata per la
prima volta il 18 giugno 1917 al Teatro Olimpia di Milano. Si tratta di una
nuova intensa scommessa, visto che Massimo Castri ha
frequentato questo testo nell’arco della sua carriera già due volte: nel 1980
gli valse il Premio Ubu come miglior regia. La commedia, tratta dalla novella La Signora Frola e il
Signor Ponza, suo genero, racchiude quella problematica esistenziale,
sviscerata successivamente in Uno, nessuno, centomila, dell’impossibilità di
avere una visione unica e certa della realtà. Per
questo nuovo allestimento il regista toscano ha desiderato un cast giovane,
frutto dell’incontro e del percorso formativo intrapreso grazie alla scuola di
Alta Formazione per attori, organizzata da Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Il regista e l’ente accolgono la sfida di lavorare con attori anagraficamente
più giovani di quello che il testo richiederebbe, ma non privi di esperienze
capaci di restituire un’inedita chiave di lettura a questa commedia.
"Tratto specifico dello spettacolo è l’accento su una
dimensione corale, una recitazione d’insieme che caratterizza, da subito, il
gruppo dei normali come una comunità compatta, un insieme organico che
reagisce, con una escalation emotiva via via più esasperata, al crescendo di
frenesia che accompagna lo sviluppo dell’inchiesta, dando un respiro collettivo
al senso di accelerazione molecolare che il testo produce – spiega Castri -. Questa immagine di
gruppo sostanzialmente omogeneo, s’impone dall’inizio dello spettacolo anche
grazie ad un rimontaggio drammaturgico, che in parte riprende la versione
televisiva, e trasforma il convenzionale prologo in cui viene esposto
l’antefatto, in una situazione che prevede una compresenza del collettivo e ne
definisce l’orizzonte superficiale e futile: una mondana festa di carnevale
organizzata in casa Agazzi".
Quando,
come dicevamo, andò in scena nel giugno 1917 la commedia scaturì nel pubblico
“sconcerto, intontimento, esasperazione e sgomento” come riporta lo stesso
Pirandello. Il testo, nel 1925, venne modificato, inserendo effetti comici,
mostrando di aver fatto proprie le preoccupazioni sceniche della prima
versione.
Voto
7 +