partner di Yahoo! Italia

Fizz - Idee e risorse per il marketing culturale !

Scanner - Cultura Opinioni Online
links redazione pubblicità info redazione@scanner.it


   


La bastarda di Istanbul
Riduzione e regia Angelo Savelli
L’Ultimo harem
di Angelo Savelli
Una firma per Cargo
La petizione
Le Cognate
Di Michel Tremblay
Napolisciosciammocca
Cauteruccio canta Napoli
Teatro dei Giovani di Spalato
Compie 70 anni
Ubu Roi
Di Alfred Jarry
Los Hermanos Macana
Tango Macho
Compagnia Marta Carrasco
No sé si
Sogno di una notte di mezza estate
Di William Shakespeare

 


Ricerca avanzata

 

 

Arte Musica Libri Cinema Live Interviste Home Vignette Gallery Hi-Tech Strips Opinioni Gusto Ospiti TV

  26/04/2024 - 01:46

 

  home>live > cult

Scanner - live
 


Casa Agamennone
Di e con Marco Zannoni
Regia: Augusta Gori, musiche originali di Leonardo Brizzi, con David Domilici e La Banda dei Sonati, Orchestra diretta dal Maestro Leonardo Brizzi
Visto al Teatro Romano di Fiesole il 7 maggio 2011. Repliche fino al 15 maggio

 




                     di Tommaso Chimenti


Innanzitutto i colori. Il verde degli olivi e del prato nel bel mezzo della primavera, il rosso sangue dei drappi, il nero dell’orchestra, il bianco del Racconto, alias Marco Zannoni. I colori, scelte non casuali, cromatismi carichi di simbologia, estetismi significanti trasporto, aperture, mondi. Siamo nella Casa Agamennone e le rovine del retro del Teatro Romano e la brezza che al tramonto si alza, e i rintocchi di campane, aiutano a sentirsi dentro la grande ruota del Tempo, dentro quel Passato mitico e mitologico, vicino e lontano, da respirare ad orecchie e bocche aperte. Si potrebbe dire uno spettacolo per le scuole. Vero e falso allo stesso tempo. Vero per la connotazione, forte, decisa e garbata, antibellica ed antiviolenta, falso per la forza, la potenza, la grinta, il piglio, l’attenzione, l’arguzia degli interpreti, la caratura della drammaturgia, il peso degli innesti, lo stile, ora aulico, adesso leggero, ora didascalico, a più riprese irriverente e deliziosamente avvolgente. Il rosso domina. Sfuggono al vento le tende, lasciate svolazzare come la vita versata per non versarne più altra. Rombano i tamburi di morte sulla collina. Camminiamo nella via crucis che gli uomini si sono costruiti con le loro mani. La banda di allievi (ossimorica la visione di capelli e frange stirate sugli occhi come Tokyo Hotel suonare la classica, ma spaziano anche dalla balcanica ai Nirvana rivisitati) di Leonardo Brizzi accompagna e sottolinea con precisione, il rumorista tratteggia con incisività, ma senza ingerenza, la grande mimica dei baffoni staliniani di Zannoni, affabulatore dalla voce calda e roca, intrattenitore, imbonitore da piazza, sotto i quali si accapigliano, si rincorrono, nei vari accenti, inflessioni e dialetti, scorrono gli Dei, che giocano a scacchi con gli umani, e gli uomini, piccoli, miseri, mortali, pedine fallaci e penitenti di una contesa molto più alta delle loro capacità. Agamennone (catechizza come il Duce) è il simbolo del male, il riassunto della perfidia, la sinossi, il succo, il concentrato di come dal cattivo seme non possono nascere piante sane. E’ la parola, da trasmettere, tramandare, raccontare, è la diplomazia, la democrazia, l’ascolto, che salva l’Uomo all’autodistruzione, ci insegna Zannoni, è la condivisione (pare la scena finale della pellicola Into the wild) che ci porta ad essere migliori, a dividere, gioie e patimenti, ad essere più forti senza calpestare gli altri. Una grande lezione di vita che fa eco tra le pietre millenarie. Per gli adulti, d’oggi e di domani, perché “l’opera d’arte più alta è l’uomo”.  

Voto 7 ½  

        Invia Ad Un Amico

© Copyright 1995 - 2010 Scanner