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  29/04/2024 - 22:23

 

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Scanner - live
 


Lucia Poli
Brividi
Uno spettacolo dedicato alla giallista americana Patricia Highlsmith, regina del thriller. Musiche originali Francesco Marini, sax e flauto Davide Settembrino, pianoforte Andrea Farri, oggetti di scena Tiziano Fario
Al Teatro di Rifredi 7, 8, 9 dicembre 2006

 




                     di Tommaso Chimenti


Lucia Poli – brividi, 2006
Lucia Poli – Buffi si nasce - Rondò di coppie, 2006


Non arrivano subito i “Brividi” della coppia al femminile Lucia Poli, ancora bellissima e sempre più brava (come una bottiglia di Chianti rosso genuino) e Patricia Highsmiths. La Poli ha scelto cinque racconti della scrittrice texana ma non vi aspettate né Agatha Christie né Poirot né omicidi né assassini da assicurare alla giustizia. Accompagnata dal piano di Andrea Farri e da sax e flauto suonati da Davide Settembrino, Lucia, in nero con giacca da tait, mette in scena, con sobrietà ed eleganza, tutto l’animo noir e visionario, folle e isterico dei personaggi grotteschi e surreali dell’americana. Una babysitter che dà alle fiamme la casa dei datori di lavoro per sentirsi un’eroina, e qui il sorriso diviene ghigno satanico, un’artista da strapazzo senza talento, con sottofondo di musiche alla “Stangata”, ed il marito invidioso che vuol fare saltare la Scuola d’Arte. Un crescendo continuo. Il terzo ed il quarto sono dedicati all’umanizzazione di animali pensanti ed insetti intelligenti. Una scarpa gigantesca fa da comprimaria al racconto di uno scarafaggio, Kafka o Beatles, con canzoncina infantile che fa molto nenia alla Dario Argento o carillon alla Shining, che fa carriera. Così come è divertente e dissacrante la lotta impari da Davide e Golia, tra una gatta gelosa, e vendicativa, e l’amante della padrona. Qui la Poli è flessuosa e sensuale in guanti e sciarpa bianca con moine smaniose da Jessica Rabbit (“non sono cattiva è che mi disegnano così”) e fusa maliziose da “Aristogatti”. Si fondono alla perfezione avanspettacolo e varietà con il piano bar. Nell’ultimo l’umanità e la sensibilità dell’attrice si fondono con una scrittura davvero illuminata: un Papa (viene in mente la Littizzetto e Ruini, Fiorello e il segretario di Benedetto XVI) in viaggio in Sudamerica che tinge la sua tunica rosso porpora cardinalizia in rosso socialista e comunista diventando progressista e dalla parte degli ultimi, dei diseredati, degli sconfitti, capopopolo fino a farsi martire ed a sacrificarsi. Il popolo di Rifredi ama la Poli, la acclama e lei ricambia con due bis: la canzone di Paolo Pietrangeli “Prendi un posto per me al cinema” antitelevisione, e la poesia anti San Valentino di Stefano Benni “Io ti amo”. E se non vi basta…

Voto 7 ½ 

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