Lucia Poli – brividi, 2006
Lucia Poli – Buffi si nasce - Rondò di coppie, 2006
Non arrivano subito i “Brividi” della coppia al
femminile Lucia Poli, ancora
bellissima e sempre più brava (come una bottiglia di Chianti rosso genuino) e Patricia Highsmiths.
La Poli ha
scelto cinque racconti della scrittrice texana ma non vi aspettate né Agatha Christie né
Poirot né omicidi né assassini da assicurare alla giustizia. Accompagnata dal
piano di Andrea Farri e da sax e flauto suonati da Davide Settembrino, Lucia, in
nero con giacca da tait, mette in scena, con sobrietà ed eleganza, tutto
l’animo noir e visionario, folle e isterico dei personaggi grotteschi e
surreali dell’americana. Una babysitter che dà alle fiamme la casa dei datori
di lavoro per sentirsi un’eroina, e qui il sorriso diviene ghigno satanico,
un’artista da strapazzo senza talento, con sottofondo di musiche alla
“Stangata”, ed il marito invidioso che vuol fare saltare la Scuola d’Arte. Un crescendo
continuo. Il terzo ed il quarto sono dedicati all’umanizzazione di animali pensanti
ed insetti intelligenti. Una scarpa gigantesca fa da comprimaria al racconto di
uno scarafaggio, Kafka o Beatles, con canzoncina infantile che fa molto nenia
alla Dario Argento o
carillon alla Shining, che fa carriera. Così come è divertente e dissacrante la
lotta impari da Davide e Golia, tra una gatta gelosa, e vendicativa, e l’amante
della padrona. Qui la Poli è flessuosa e sensuale in guanti e sciarpa bianca con moine smaniose da Jessica Rabbit (“non sono
cattiva è che mi disegnano così”) e fusa maliziose da “Aristogatti”. Si
fondono alla perfezione avanspettacolo e varietà con il piano bar. Nell’ultimo
l’umanità e la sensibilità dell’attrice si fondono con una scrittura davvero
illuminata: un Papa (viene in mente la
Littizzetto e Ruini, Fiorello e il segretario di Benedetto XVI) in viaggio
in Sudamerica che tinge la sua tunica rosso porpora cardinalizia in rosso
socialista e comunista diventando progressista e dalla parte degli ultimi, dei
diseredati, degli sconfitti, capopopolo fino a farsi martire ed a sacrificarsi.
Il popolo di Rifredi ama la Poli, la acclama e lei
ricambia con due bis: la canzone di Paolo Pietrangeli “Prendi un posto per me
al cinema” antitelevisione, e la poesia anti San Valentino di Stefano Benni “Io
ti amo”. E se non vi basta…
Voto
7 ½