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La Bottega Del Caffè
Una storia di intrighi e veleni
Testo di Luca Scarlini (riscrittura da Carlo Goldoni), regia di Beppe Rosso, aiuto regia Irene Zagrebelsky, coreografie Ornella Balestra, scene Paolo Baroni, luci Cristian Zucaro, costumi Laura Dondoli e Sofia Vannini, direttore di scena Francesco Mina. Con Elia Schilton, Beppe Rosso, Riccardo Lombardo, Cinzia Spanò, Paolo Giangrasso, Ornella Balestra
Al Teatro Gobetti di Torino. Prima nazionale 7 marzo 2012 repliche fino al 1 aprile 2012

 




                     di Giovanni Ballerini


La Bottega Del Caffè, una storia di intrighi e veleni, di Luca Scarlini (che debutta al Teatro Gobetti di Torino dal 7 marzo al 1 aprile 2012) non vuole essere solo un modo di attualizzare La bottega del caffè di Carlo Goldoni, ma una scrittura nuova, che, senza tradire la scansione, i temi e le battute micidiali del testo originale, sia in grado di parlare a un oggi segnato dalla crisi economica e dal dominio dell’informazione.
Gli intrighi e le vicende della riduzione di Scarlini sono infatti, senza forzature, quelle del gossip che oggi impera tutto schiacciando e distruggendo quello che trova intorno.
Nel 1750 Goldoni compone sedici commedie, introdotte dal manifesto de Il teatro comico. È in questo gruppo che fa la sua prima apparizione La bottega del caffè, destinata a diventare un titolo di punta. In questa versione di Scarlini il lavoro continua a calamitare misteri e ambiguità e ci presenta un Don Marzio che appare come credibile antesignano dei mille cronisti di gossip che oggi stabiliscono (in un gioco perverso) un proprio potere con rivelazioni più o meno scottanti. Protagonista e vittima allo stesso tempo, Don Marzio finisce per essere anche capro espiatorio di un mondo regolato da un duro meccanismo di sfruttamento economico di cui non capisce il senso e in cui crede di poter avere un posto per tramite del suo controllo sull’informazione. Napoletano a Venezia, Don Marzio vive in un mondo di cui cerca disperatamente di comprendere le regole fino a diventare ostaggio delle sue stesse parole. Nel testo il denaro ha un peso schiacciante e l’onesto caffettiere Ridolfo, portavoce di una morale ricattatoria, malgrado tutti i suoi moralismi, è in sostanza alla ricerca del potere. Egli gioca una partita senza esclusione di colpi con il biscazziere Pandolfo per la supremazia sul territorio.
I personaggi femminili di questo lavoro per la regia di Beppe Rosso, apparentemente deboli, rivelano invece una concretezza estrema e un dolore che riesce a smuovere i personaggi maschili dediti unicamente all’economia o alla cieca pulsione dei sensi. Il gioco d’azzardo è infine la metafora principale: intorno a un tavolo, della bisca o del caffè, si definisce il destino di una serie di personaggi che disperatamente cercano una propria autenticità, non riuscendo a togliersi di dosso le incrostazioni di un vivere sociale basato sul controllo di tutti contro tutti, dove Don Marzio, vittima e carnefice, si assume il compito di velenoso cantastorie di un ambiente che è in bilico tra farsa e tragedia.

Recite:
martedì e giovedì, ore 19.30; mercoledì, venerdì e sabato ore 20.45; domenica ore 15.30. Lunedì, riposo. Biglietteria del Teatro Stabile di Torino| Teatro Gobetti - via Rossini 8, Torino - dal martedì al sabato, dalle ore 13.00 alle ore 19.00. Domenica e lunedì riposo. Tel. 011/5176246 - Numero Verde 800.235.333

Voto 8 

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