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  26/04/2024 - 13:21

 

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Addio Bogdan Jerkovic
(Zagabria 1925, Zagabria 10 marzo 2009)
Regista teatrale e intellettuale croato
Aveva fondato a Parma negli anni Sessanta un complesso teatrale composto da giovani del CUT che nei primi Settanta avrebbe preso il nome di Compagnia del Collettivo, quindi di Teatro 2, infine di Teatro Stabile

 




                     di Sandro Damiani


E'scomparso recentemente a Zagabria l'ottantaquattrenne regista teatrale Bogdan Jerkovic, noto alla scena italiana per avere fondato a Parma, negli anni Sessanta, un complesso teatrale composto da giovani del CUT che nei primi Settanta avrebbe preso il nome di Compagnia del Collettivo, quindi di Teatro 2 , infine di Teatro Stabile.
Con i vari Luigi Dall'Aglio, Walter Le Moli, Paolo Bocelli, Roberto Abbati, Marcello Vazzoler, Tania Rocchetta e lo Zaira, Jerkovic aveva dato vita a una serie di memorabili spettacoli; sia sotto il profilo squisitamente teatrale sia per il coraggio di affrontare autori, altrimenti considerati “intoccabili”, almeno in Italia e fino a che fossero in vita... Motivo? Basta vedere di chi si parla: Pier Paolo Pasolini (“Uccellacci e Uccellini”), Dario Fo (“La colpa è sempre del diavolo”), Eduardo de Filippo (“Il figlio di Pulcinella”), Ferdinando Camon (“Quinto Stato”). Spettacoli, alcuni dei quali arriveranno a superare le quattrocento repliche in due stagioni!
Bogdan Jerkovic, classe 1925, fa i primi passi da attore a Fiume nel 1946, quindi si iscrive all'Accademia di Arte Drammatica di Belgrado in regia. Ne esce non solo come regista – sin da subito firma numerose piece con varie compagnie di tutta la ex Jugoslavia – ma anche come pedagogo: nella stessa accademia belgradese e in quella di Zagabria.
A metà dei Cinquanta, nel capoluogo croato fonda il Teatro Studentesco Sperimentale con annesso festival internazionale cui prendono parte complessi universitari di tutto il mondo, ossia la prima generazione del dopoguerra di futuri attori e registi professionisti dell'Est e dell'Ovest.
E' in questo periodo che arriva in Italia, dove tornerà quasi ogni anno per allestire spettacoli con vari complessi, non solo con i giovani parmigiani. Così al Teatro Durini di Milano, nel 1966, protagonista Carlo Bagno, mette in scena in prima nazionale “La Cimice” di Majakovskij e lo stesso anno la summenzionata opera pasoliniana, con l'autore entusiasta in platea. Seguono regie in Jugoslavia, Germania Occidentale, Polonia. Qui fa in tempo a conoscere Witold Gomrowicz (che muore nel 1969), uno tra i più ostacolati uomini di cultura e commediografi dell'Est europeo, inviso a tutte le cosiddette “democrazie popolari” sovietizzate. Ma non in Jugoslavia. Sicché Jerkovic vi allestisce in anteprima assoluta "Operetta". Il teatro e' l'Atelije 212 di Belgrado, fondatore del più grande festival dell'Est europeo, il BITEF, dove lo spettacolo viene presentato con eclatanti proteste dei burocrati che reggono i teatri polacchi, cecoslovacchi, ungheresi, sovietici, ecc. Il teatro di Jerkovic è squisitamente politico, si distingue tuttavia dalla prassi in voga un po' in tutta Europa, in quanto non vi trovano spazio né il comizio, ne' la lezioncina morale; a farla da padroni sono lo sberleffo e una critica sociale feroce, ironica, sarcastica.
Il tutto, con un velo di metafora, quel poco che basta per confondere le idee ai censori notoriamente tetragoni. Gli anni Settanta e i primi Ottanta sono contrassegnati da un'assidua presenza in Italia. A Parma con gli spettacoli prima ricordati e altri (di Schwartz, Rabelais), ma anche a Venezia, Vicenza, a Roma ("Don Giovanni e Faust" di Grabbe-Moretti, con Pistilli, Troisi Claudio Volonté), a Bolzano (Schnitzler), mentre nel suo paese e altrove insiste con Eduardo e Fo (non di rado alla presenza degli autori), Aleksandar Popovic e Drzic, Pirandello e il magiaro Miklos Hubay, all'epoca esule a Firenze: e il massimo autore croato, Miroslav Krleža di cui porta alla Biennale di Venezia il “Michelangelo Buonarroti” e alla Rassegna Internazionale dei Teatri Stabili di Firenze il “Golgotha”.
Nel capoluogo toscano torna quasi ogni anno, per tenere corsi sul Metodo Majerhold al Festival Internazionale dell'Attore che all'epoca organizza Paolo Coccheri e vede la partecipazione di decine di allievi attori come pure di attori professionisti. Sono stage di ottima levatura: li tengono Wajda, Fersen, Stuhr, Costa-Giovangigli...
Colpito da un ictus a metà degli anni Ottanta, Bogdan Jerkovic esce di scena, ma non c'è debutto teatrale a Zagabria che non lo veda in platea, nonostante le evidenti difficoltà' motorie.
Nel 2000, dopo essersi in parte ristabilito ed avere diretto un paio di spettacoli con una compagnia di giovani, nonché' una strepitosa “Tutta casa e chiesa” di Franca Rame, con Marija Dragovic, sua compagna di vita e infaticabile collaboratrice, torna a mettere in scena a Fiume, con il Dramma Italiano, “La colpa e' sempre del diavolo”. Sul palcoscenico, assieme a quelli del complesso fiumano ci sono ben quattro dei “suoi” attori di Parma: la Rocchetta, il Bocelli, l'Abbati e il Vazzoler. Dario Fo per l'occasione donerà alla compagnia (che all'epoca dirigevo) i bozzetti dei costumi e quello del manifesto, quale omaggio all'Amico.
L'anno successivo il Comune di Parma gli assegna la Cittadinanza Onoraria, per avere saputo, in una città squisitamente melomane, innescare l'amore per il teatro di prosa e per averne fondato il primo, stabile, con le sole forze interne.

Voto 9 

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