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Artigli
Di e con Monica Bauco
Ispirato al romanzo di Laura Pariani Quando Dio ballava il tango. Alla fisarmonica Patrizia Angeloni
Prima assoluta 26 e il 27 gennaio 2007 ore 21 al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino

 




                     di Tommaso Chimenti


Gli “Artigli” della Bauco purtroppo non tagliano, non graffiano, non pungono, non arrivano alla polpa. Al sangue. L’attrice storica del Laboratorio Nove parte troppo da lontano e non riesce a cogliere il punto: i desaparecidos. L’atmosfera è da “La casa degli spiriti” e si respira molta Allende. Una casa aristocratica dismessa ed abbandonata con gli oggetti ricoperti da un telo bianco, polvere e memoria che si riaffaccia. Ma basta scostare soltanto un drappo e riaffiorano, tornano a galla. Ma si ha più l’impressione di una desperate housewife insoddisfatta, delusa e illusa, che di un dramma collettivo nazionale come le scomparse improvvise sotto la dittatura argentina. Bianco, bianco ed ancora bianco. Il tailleur, le sedie, le tele, le rose e le margherite, i tavoli mentre colloquia con qualcuno che non c’è, o almeno non si vede. E’ una confessione in piena regola di un matrimonio fallito con un marito violento. La nota positiva arriva dalla fisarmonica che strazia dal vivo coperta dietro un paravento. Ha il vestito rosso e le luci la illuminano come cuore che, nonostante tutto, continua a pulsare. La scena è velata da un sottile strato di passato, di malinconia, un tessuto trapuntato che lascia intravedere ma al contempo ingrigisce il tutto, come un ricordo ingiallito, un’istantanea rarefatta, un’immagine sbiadita. Quando la Bauco interpreta le parole del marito sembra Speedy Gonzalez ma quando accenna pochi piccoli passi di tango in un solo estremo è dolce la sensazione di tristezza che traspare, la rabbia della solitudine in un tacco che striscia a terra per poi alzarsi dietro il ginocchio. Il tango come ribellione. Il tango è il popolo. Emotiva la scena, con l’occhio di bue puntato nell’abisso pece, del racconto delle torture, dei campi di concentramento, dei Garage Olimpo sparsi per Baires: ma l’emozione arriva dai meri fatti e non dalla riproposizione. L’audio in diretta (alla voce l’argentino del C.I.T. Sergio Aguirre) inganna perché sembra testimonianza reale prima del finale con colpo ad effetto. Che c osa appariranno sulla tela finora bianca?

Voto 6 

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