E' interessante seguire la sperimentazione di Anonimascena, una compagnia che si è formata nel 2000 e lavora tra Prato e Firenze, per proporre spettacoli in mutazione continua, attraverso teatro contemporaneo, ricerca sul movimento e arti visive. Particolari anche le due tematiche principali affrontate nei suoi spettacoli da Anonimascena: l'interesse verso il mito (Dioniso per "Novalis Circulus", Narciso e Eco per "Tua Pelle", ma anche nel considerare il teatro come luogo del/nel mito), l'attenta valutazione delle modalità percettive che scaturiscono da operazioni condotte sulla scena, sull'attore e sullo spettatore.
Questi spunti sono presenti anche in Tua Pelle (narcissus dies), giovedì 10 e venerdì 11 aprile di scena al Teatro Studio di Scandicci (Regia, scene, luci, video Giacomo Bernocchi), uno spettacolo prodotto da Anonimascena in collaborazione con Armunia-Festival Costa degli Etruschi, Teatro Studio di Scandicci, Festival di Santarcangelo.
Come in "Novalis Circulus (notturna rotazione estatica)" l'attore è immerso nella ripetizione indefinita, così in "Tua Pelle (narcissus dies)" è sottoposto al rispecchiamento assoluto. Il rispecchiarsi è vissuto adesso come perdita, caduta libera nell'illusione. E se per Ovidio (" Le Metamorfosi") lo specchio, l'acqua, il bosco, accompagnano la scena di Narciso, il rispecchiamento, il perdersi contemporaneo per Anonimascena si esprime attraverso la riproduzione della scena/realtà. Cioè attraverso la riproduzione digitale. "Non è la CNN il più grande concentrato di patologia narcisistica presente oggi? Non è più un solo individuo che si riflette, ma una collettività. Vedersi e di questo morire, vedersi mentre si muore: la seduzione del doppio, la seduzione del corpo riflesso".
La scena si trasforma in un set video, dove rimandare immagini in tempo reale e dove andare a cercare l'oggetto che si espone. E tutto questo in modo freddo, "privo d'emozione". Non a caso, come si legge nella letteratura psichiatrica, la patologia narcisistica si configura come assenza di sentimenti. L'attore allora vive in "Tua Pelle" lo stadio narcisistico della perdita di sentimenti, del rispecchiamento e della morte (perdita di sé nel doppio di se stesso).
"Ci muoviamo nel campo del riflesso visivo e, insieme ad Eco, del riflesso acustico-uditivo. Rotazione furiosa, inafferrabilità dell'immagine, Dioniso, Narciso, riproduzione e morte: questa è la scena del teatro. Il mito di Narciso e Eco ci introduce quindi nella fiaba come luogo della ripetizione visiva e sonora. Il doppio è ciò che permea la scena e che ci indica una via di creazione. Questo mito aderisce al teatro come annunciazione della fine: Narciso muore per rispecchiamento, ma anche Eco muore, trasformandosi in pietra. Di Narciso rimangono dei fiori, di Eco dei sassi".
Voto
7