Si conclude la trilogia della famiglia
Gori da Pontassieve. Ancora un monologo, ancora Alessandro Benvenuti sul palco
ad interpretare tutte le voci, ancora coadiuvato alla scrittura del testo da
Ugo Chiti. Il primo episodio era del 1986, il secondo dell’‘89 (insieme hanno
collezionato in venti anni oltre 700 repliche), il terzo arriva a distanza di
diciassette anni:
“Il primo “Benvenuti
in casa Gori” (che da martedì 17 a mercoledì 18 aprile 2018 torna al Teatro di Rifredi) lo scrivemmo in due pomeriggi, per
il “Ritorno”
ci sono voluti quattro giorni; per quest’ultimo capitolo della saga, “Addio Gori”, ce ne sono
voluti quindici, chiusi in un agriturismo sopra Castellonchio”.
E’il compimento di una promessa:
“Era da una vita che io e Ugo ci dicevamo che la trilogia andava chiusa”.
Benvenuti è in tournee con ben nove spettacoli tra i quali i tre “Gori”, “Come
due gocce d’acqua”, il nuovo, ancora in forma di lettura scenica “Me medesimo”
(presentato quest’estate a Volterra Teatro), “L’Atletico Ghiacciaia”
(scritto proprio come studio sul personaggio di Gino in previsione dell’Addio).
Per dedicarsi ancora di più al palcoscenico ha abbandonato la direzione artistica
del Teatro Puccini di Firenze e del teatrino di Caviglia, assumendo invece per qualche anno
quella del ristrutturato Teatro Dante di Campi Bisenzio, che attualmente dirige artisticamente Andrea Bruno Savelli.
Il titolo provvisorio di “Addio Gori”, il 27, 28 e 29 ottobre 2006 al
Manzoni, era “La solitudine di Gino”.
In scena in un assolo l’ex Giancattivo:
“Sarò in smoking perché è un abito neutro, da cerimonia. Siamo nel 2006. Il
nonno Annibale è morto all’età di 103 anni il 25 dicembre del ’03, Adele è deceduta
nell’episodio precedente, Danilo (che era interpretato dal “bestemmiatore” Ceccherini) ora ha
40 anni, Luciano e Sandra ancora non si sono separati, la loro figlia Samantha
ne ha invece 22 e l’indomani si sposa, con Mirko militare di carriera in
partenza per l’Iraq, nello stesso giorno del compleanno di Gino che ne fa 83”.
In quest’ultima trance, quella
definitiva, ritornano tutti e dieci i personaggi nati nelle altre due puntate
più alcune aggiunte: “Abbiamo promosso la migliore amica dell’Adele, la Fosca con il figlio
ritardato Faustino, abbiamo fatto parlare le due pettegole, la Zoe e la Raissa, che mi ricorda una
signora della mia infanzia l’Elda del Bruscantini, Arturino, figlio di Danilo,
che commercia materiale illegale su internet e non parla mai, Mirko, marito di
Samantha, che tartaglia, il Capitano Spanu, il militare sardo che sposerà i due
giovani in tuffo da un bungee jumping, Lierka, in onore della sorella della Rita
Rusic (ex di Mario Cecchi Gori)”.
Alle spalle di Benvenuti c’è
tutto il team dei “Gori”: le musiche sono di Patrizio Fariselli, le luci di Maurizio
Viani, Chiara Grazzini è l’aiuto regista. “Addio non è triste – dice entusiasta
ed emozionato di questa nuova creatura – un po’ amara, forse più aspra, ma nel
finale il tono è più leggero, poetico, lirico e pieno di commozione con
l’incontro tra le anime di Gino, Adele e Annibale”.
Ad animare le tre piece è sempre
una vigilia: “Nel primo si era alla vigilia di Natale, nel secondo alla veglia
funebre di Adele e qui nel terzo nella notte prima del matrimonio di Samantha”.
Avete già pensato ad una possibile futura
trasposizione sul grande schermo?
“Per adesso non abbiamo messo in
questo testo la malizia di “Ritorno in casa Gori” quando avevamo già avuto una
buona risposta dal pubblico sia in teatro che a livello cinematografico”.
Quali
attori teatrali ti piacciono?
“Seguo Alessandro Bergonzoni, Haber, Scimone e Sframeli, ho
visto gli spettacoli dentro la
compagnia della Fortezza di Punzo, mi piacciono le Ariette ed i Motus”.
Ci sono compagnie che mettono in
scena i tuoi Gori?
“Eccome. E' capitato che ci fossero in giro
cinque Gori non miei: nel 2007 ce n'erano due a Firenze, uno a Pisa, uno ad Udine ed uno
addirittura ad Amsterdam”.
Voto
8