Il
fascino del circo, la disciplina del teatro, la fisicità della danza, ma
soprattutto l’adrenalina che scaturisce dal contatto con il pubblico, la poesia
e la semplicità di un linguaggio diretto, non mediato. Tutto (e molto altro ancora) insieme appassionatamente, per
inaugurare alla grande la stagione teatrale 2006-2007 del Teatro Verdi.
James Thierrée,
il nipote del grande Charlie Chaplin,
propone infatti a Firenze dal 27 al 29 ottobre 2006 La Veillée des
Abysses, un vero e proprio inno a
quella libera creatività che sgorga con intensità quando si uniscono e si
intrecciano nello stesso contesto tanti arti spettacolari.
Il suono è curato da Thomas Delot, le luci da
Jérôme Sabre e i costumi da Victoria
Chaplin e Cidalia Da Costa. Sulla ribalta cinque affascinanti e motivati protagonisti, che ogni sera
rinnovano l’arte spettacolare della loro intensità.
Uma Ysamat, Raphaëlle Boitel, Thiago Martins, Gaëlle Bisellach-Roig, Niklas Ek e lo stesso Thiérrée propongono
uno spettacolo diverso ogni sera, sintonizzandosi sulla stessa lunghezza d’onda
del pubblico. Il risultato è un lavoro ricco di shining,
di liricità, gioia e magia, che non scaturisce da un testo, ma dalla
sensibilità dei protagonisti. La scena si trasforma in un luogo magico dove si materializzano
vaghe reminiscenze, storie dimenticate, visioni immaginifiche, ricordi
ingarbugliati.
Quella di James
Thiérrée è una compagnia fondata per essere
continuamente in scena, per condividere senza sosta il sogno, l’avventura
poetica, con la platea.
James e il
suo manipolo di artisti si aggirano fra oggetti di
differenti epoche di una ideale discarica teatrale, recuperando di volta in
volta la funzione di quella o l’altra macchineria, inventando
nuovi usi per quei reperti senza tempo.
Tutto è
possibile in teatro: la lezione di
Jean Baptiste Thierrée
e Victoria Chaplin (i genitori di James)
è visibile e palpabile anche in questo secondo spettacolo-mito (il primo era
La Symphonie
du hanneton)
Thierré, che in La Veillée des Abysses conferma di aver maturato
uno stile caratteristico che si avvantaggia di un immaginario in continuo
divenire, di guizzi e invenzioni. L'incantesimo
teatrale si esalta nei suoi lavori e il palcoscenico si trasforma in un
mondo in continuo movimento, che affascina ed esalta l'immaginario di ogni spettatore.
Voto
8