Le bolle di sapone sono
ecologiste, non violente e divertono. Tutti. Come si diceva una volta: per
grandi e piccini. Nei cortei anti Vietman
si cantava di mettere un fiore nei cannoni, adesso il
catalano Pep Bou (a Rifredi
fino al 10 con doppia replica alle 16.30 ed alle 21) implora di gettare
dagli aerei bolle di sapone invece che bombe. Pep,
che sul palco brinda e festeggia ai suoi venti anni di bolle, è un alchimista
che toccando un liquido stregato riesce a dargli forma e vita. Soffia dentro un
tubo-flauto come il pifferaio magico o l’incantatore di serpenti, domatore di
nuvole. La scena è un laboratorio chimico per esperimenti. Fragilità e
perfezione, fallibilità e bellezza: “Mi piacciono le bolle di sapone, e mi
piacciono perché alla fine scoppiano”. Come a dire che
il gioco è bello finché dura poco. Ci sono bollicine che rimbalzano a terra
senza esplodere ed altre con le quali l’artigiano Mastro Lindo- Pep
ci palleggia come fosse Ronaldinho (l’artista è barceloneta),
adesso altre unite sembrano un bruco o formano un nugolo come fosse caviale aiutato da una racchetta da tennis. Bou usa molto l’espediente del fumo della sigaretta,
altrimenti non vedremmo il volume dentro la bolla, ma essendo uno spettacolo
essenzialmente per bambini non è molto didattico. Per situazioni analoghe,
concerti o piece teatrali, in Scozia o Australia ad
esempio, multano pop star e divi del palco. L’aiutante, alquanto inutile,
sembra uscito dalla sit com dei Jefferson.
La lastra di sapone che Pep issa
diventa uno specchio deformante da tunnel degli orrori, o una radiografia dove
piroettano bollicine danzatrici in punta di piedi. Nascono così dalle
sue mani cellule e molecole e atomi. Una sorta di scienziato matto un po’ David Copperfield.
Ogni scoppio è un aborto ma Pep
non si danna e riprova placido. Le costruzioni fragili, contraddizione in
termini, si muovono e si contorcono ai suoi voleri, traballano come gelatine.
Splendidi i suoi prisma perfetti con cubo di nicotina
al centro, diabolico con l’aerografo vaporizzatore dentro la vasca saponata,
oppure quando, con telo da torero, si chiude dentro tende canadesi di sapone,
come tartaruga o chiocciola dentro un gusto lieve come il sogno.
Aggiunta replica sabato 10 febbraio 2007 alle 16,30
Giovedi' 8 febbraio alle ore 21.00 il prof. Enrico
Giusti terrà una breve introduzione allo spettacolo sul tema "La
matematica delle bolle di sapone"
Voto
7 ½