Associazione Archètipo : La Principessa Bianca, recensione dello spettacolo, regia di Riccardo Massai, 2010
Associazione Archètipo : La Principessa Bianca, presentazione dello spettacolo, regia di Riccardo Massai, 2010
Associazione Archètipo : Blu (nello spazio di un respiro), regia di Riccardo Massai, 2009
Associazione Archètipo : Spoon River di Edgar Lee Masters , regia di Riccardo Massai, 2007
Associazione Archètipo : Le Baccanti di Euripide, regia di Riccardo Massai, 2007
Associazione Archètipo : Spoon River di Edgar Lee Masters , regia di Riccardo Massai, 2006
Associazione Archètipo : Il mercante di Venezia di William Shakespeare, regia di Riccardo Massai, 2006
Associazione Archètipo : I Savoiardi, regia di Riccardo Massai, 2005
Associazione Archètipo : Battaglia nel Nero di Roland Topor, regia di Riccardo Massai, 2005 - 2006
Associazione Archètipo : Macbeth di William Shakespeare, regia di Riccardo Massai, 2004
Per evocare pensieri,
sentimenti, parole senza tempo e universali, Riccardo
Massai ha realizzato una messinscena di Macbeth scevra da ogni elemento decorativo.
La tragedia di Shakespeare,
resa essenziale nella sua struttura drammaturgia, in questa versione curata da Archètipo è in realtà un progetto
elaborato, il frutto di un approfondimento che rivela l'opera in tutti i suoi
aspetti. Il testo è stato tradotto e adattato dal regista Riccardo
Massai, i giovani attori, che sono stati selezionati attraverso provini sono
stati affiancati durante l'Elaboratorio Archètipo (e
durante lo spettacolo) da attori professionisti. Interessante anche l’interazione fra il
dramma e le musiche elettroniche, che sono state realizzate per l'occasione da
Maura Capuzzo della Scuola di Tempo Reale.
«Macbeth è tragedia
del nostro contemporaneo, – spiega il regista Riccardo Massai – e rispecchia in
pieno la situazione odierna mondiale: Gore Vidal,
durante l'incontro con Giulietto
Chiesa al Festival della Mente
di Sarzana ha affermato che «Gli Stati Uniti si trovano in
Iraq nella stessa posizione di Macbeth quando afferma: Sono avanzato a tal
punto nel sangue, che, se non dovessi proseguire, tornare indietro sarebbe
penoso quanto l’andare avanti». Le vicende che tutti i giorni ci scorrono negli
occhi dimostrano come il male generi altro male, così come la spirale
involutiva che subisce il protagonista nel suo ripiegamento verso il peggio che
gli sta dentro è quella di chi non reagisce al cerchio di violenza che
imprigiona, quando le forze del male prendono il sopravvento e non c’è più
male, non c’è più bene, anzi! i due opposti non si
riconoscono e si scambiano: il tutto è falso e il falso è tutto, parafrasando Gaber. Il
sangue appare come unica soluzione, unica scusa di salvezza quando non è altro
che un alibi per continuare nel cammino verso il male. Nel finale dell'opera il pubblico si
libera simbolicamente attraverso la morte di Macbeth, ma oggi tale redenzione
non sembra riconoscibile o realizzabile. La situazione attuale non permette di prendere
le parti né del potere, né della sovversione o del terrorismo; esiste, però, la
necessità di scegliere: è questo bisogno di schierarsi che determina l’equivoco
del non sapere più da che parte stare. Forzando un po’ la
mano – conclude Massai – ho cercato in Macbeth di
rendere questa ambigua negazione della dicotomia attuale, questo smarrimento.»
Voto
7 +