E' bello imbattersi in un libro che ha il coraggio di esporre come titolo il King of Kings ( il re dei rè ), che in un certo senso esprime il messaggio che ogni protagonista di questi racconti riversa nel loro agire, nelle loro parole, alle prese con il computer, dove riversare parole, sguardi, descrittivi di uno stato d'animo a pezzi, come se i cocci sentimentali si riversassero segretamente negli istinti repressi e fragili di queste persone che solo per poco potranno sentirsi rè o regine dell'amore. Un sentimento malato, sofferto, capace di inghiottire le sensazioni di un attimo, e di ricacciare la gioia tra le piaghe dell'inferno. Un linguaggio nuovo quello di Massaron che non rinuncia a decifrare gli enigmi esistenziali dei protagonisti, in questo turbinio amoroso, dove comunque il cuore comanda e genera interrogativi, come se tutto derivasse da incognite inesplicabili: in fondo la vita è un mistero di dolore e felicità. Stefano Massaron si è costruito la fama, grazia al successo dell'antologia di Gioventù Cannibale, quindi con l'etichetta di scrittore cannibale, con la predilezione di storie di natura horror, come per esempio Residui, sempre pubblicato da Addictions, e che ha nel cassetto da tempo il romanzo Ruggine, che non ha ancora trovato uno sbocco editoriale, visto che all'inizio sembra interessato all' Einaudi , ora tutto è ancora privo di certezza, visto che nessuno si è fatto avanti. Comunque il futuro di Massaron è roseo, visto anche le ottime critiche che ricevono i suoi libri, considerato tuttora uno dei talenti della nostra narrativa. Questi racconti rappresenta un nuovo percorso per lo scrittore che si misura con una sensibilità narrativa diversa che si rigenera in un linguaggio di ricerca che non lascerà indifferente anche i lettori più esigenti.
Voto
7
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