 L'isola del tesoro
La vera vita del pirata Long John Silver
"Di Silver non abbiamo più saputo niente. Quel formidabile uomo di mare con una gamba sola è finalmente scomparso dalla mia vita; ma sono certo che riuscì a incontrarsi con la sua vecchia negra, e forse se la passa ancora bene con lei e il capitano Flint..." Così Robert Luis Stevenson nel 1883 si congeda dal pirata Long John Silver alla fine dell'Isola del Tesoro. E insieme a Jim Hawkins anche noi speriamo che Barbecue viva in qualche sperduta isola del Madagascar con Dolores e con il suo pappagallo. Ma un po' di delusione in noi rimane per non poterlo più seguire nelle sue movimentate e
carambolesche piraterie o ascoltarlo mentre con quella voce terribile eppur affascinante terrorizza ed incita insieme noi ed i suoi uomini. E forse ce la prendiamo anche un po' con Stevenson perché troppo presto ha voluto chiudere i conti con quel pirata facendolo sparire per sempre prima che potesse raccontarci tutta la sua storia.
Sì, ci sono dei personaggi che non riescono a rimanere confinati nelle pagine di carta che li evocano e li intrappolano allo stesso tempo, figuriamoci Long John Silver "detto Barbecue dai suoi amici, se mai ne ha avuti, e dai suoi nemici, che invece erano di sicuro tanti". Così accade che questi personaggi oltrepassino i confini cartacei del libro che li narra per popolare i sogni e le fantasie di noi lettori e poter così ancora parlarci di loro e di noi assieme. Talvolta però quegli stessi lettori, quando hanno l'abilità e gli strumenti per farlo, possono trasformarsi, se non in pericolosi maniaci ed assassini come in Misery non deve morire, almeno a loro volta in autori e creatori di nuovi mondi narrativi dove restituire a quei personaggi la loro vita e le loro avventure.
"Se non posso leggerlo posso comunque scriverlo" deve aver dunque pensato Larsson accingendosi a svelarci tutta La vera vita del pirata Long John Silver, ovverosia del pirata più famoso di tutta la letteratura, il terrore di tutti i mari, forte, sanguinario, coraggioso ed inafferrabile. .E poiché, come sentenzierà lo stesso Silver, una storia comincia sempre dall'inizio e l'abilità nel raccontare è la dote più importante per l'uomo di mare e non, sarà lo stesso pirata che in prima persona ci narrerà la sua lunga e movimentata avventura umana. Così sapremo come e perché Barbecue è divenuto un gentiluomo di ventura, come ha perduto la sua gamba e come si è crudelmente vendicato, meritandosi così il suo famigerato soprannome. Apprenderemo del suo incontro con la bella schiava Dolores e con il temibile pirata Flint, scopriremo come sia stato venduto assieme agli schiavi e come sia riuscito a riscattarsi. Ed ancora vedremo finalmente sfilare davanti ai nostri occhi gli innumerevoli e cruenti anni che ha trascorso in mare inseguendo il tesoro più prezioso, la vita e la libertà, fino alla sua lunga e per quanto possibile tranquilla vecchiaia in Madagascar. Larsson racconta tutto, fino alla fine ed ancora di più, parlandoci contemporaneamente della tratta degli schiavi e del contrabbando, del codice egualitario della pirateria e delle atrocità dei capitani della marina mercantile.
In una piovosa serata scozzese, di fronte al camino del suo cottage, Stevenson aveva per gioco disegnato la mappa dell'Isola del tesoro dando cosí magistralmente avvio alla storia di quel personaggio enigmatico, contraddittorio, e per questo così intrigante, di Long John Silver. Larsson, appassionato navigatore, è a bordo del suo Rustica che chiede, direttamente al mare e a tutti i marinai sulle cui sofferenze è stato costruito il benessere moderno, l'ispirazione necessaria per far rivivere quel personaggio nel suo fascino e nella sua complessità. E di fronte al rischio di un così diretto confronto con un grande scrittore come Stevenson, Larsson vince la sua scommessa. Adulti, torniamo con ardore a tremare di fronte ad una storia di crudeli pirati e di arrembaggi, di tempeste e di bonacce, di isole misteriose e di esecuzioni, di ammutinamenti e di sbronze sulla spiaggia proprio come, da bambini, ci eravamo emozionati e perduti nel mondo fantastico de L'isola del tesoro.
Ma Björn Larsson, colto quarantacinquenne filologo e docente universitario, ha deciso di giocare e rischiare ancora di più perché, come Adso de Il nome della Rosa di Eco, ha scoperto che ogni libro, oltre a parlare delle cose umane e divine che stanno nel mondo, parla anche di altri libri e di libri che parlano tra loro. Così, in una sorta di round robin letterario, La vera storia del pirata Long John Silver si sdoppia in un gioco in cui Silver incontra all'Angel Pub di Londra il Capitano Jonhson, alias Daniel Defoe, intento a raccogliere notizie per il suo Storie di pirati, ed in cui lo stesso Barbecue leggerà la storia di Jim Hawkins, intitolata L'isola del tesoro, lasciandosi ammaliare dall'incantesimo della letteratura e "divorando quel libro senza mai riuscire a smettere di leggere". Allo stesso modo ogni lettore, adulto o bambino che sia, legge e leggerà il capolavoro di Stevenson e certamente anche questo bel libro di Björn Larsson.Björn Larsson, La vera vita del pirata Long John Silver, MIlano, Iperborea, 1998
Voto
8
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