Ci capita di citare in continuazione i classici parlando tutti i giorni dei più vari argomenti, dissertando di scuola, dei musei, di teatro, di letteratura, ma anche di cucina, di abbigliamento, di televisione o cinema. Lo fa anche lo storico dell’arte toscano Luca Nannipieri mercoledì 9 ottobre alle 17.30 nella Sala Ferri per un incontro da non perdere al Gabinetto Vieusseux, in Palazzo Strozzi, a Firenze.
L’occasione per fare questo punto su cosa sono i classici ce l’offre l’ultimo volume realizzato da Nannipieri, dal titolo Che cosa sono i classici (Skira Arte , 2024), che sarà presentato alla presenza, oltre che dell’Autore, anche del Presidente della storica istituzione letteraria fiorentina, Riccardo Nencini. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Perlustrando vari campi d'espressione, dall'arte alla letteratura, dall'architettura alla moda, dal cibo alla toponomastica, il libro di Nannipieri, che definisce il principio dell’impermanenza dei classici, riflette sulla durevolezza o meno del segno umano.
E lo fa confrontandosi con il pensiero di alcuni tra coloro che hanno riflettuto sulla durevolezza o meno del segno umano, da Eraclito a Oscar Wilde, da Walter Benjamin a Umberto Eco, da Georg Simmel a Claude Lévi-Strauss.
Perché abbiamo bisogno di classici e perché essi, al di là delle apparenze che li mostrano stabili, costantemente mutano?
Si pensa che i classici siano opere immortali, ma se guardiamo la storia delle civiltà, ciò che constatiamo è che la caratteristica più inesorabile delle opere umane è proprio la loro mortalità.
Ma questa mortalità è per sempre? No, dice la storia, a cominciare da quella specifica sequenza di espressioni che è la storia dell'arte: ogni manufatto può trascorrere secoli di oblio e poi tornare vivo e dopo, nuovamente, andare ancora in ombra. L'impermanenza è proprio il principio vitale che sta alla base delle opere dei popoli.
L’Autore, lo Scrittore e storico dell’arte, Luca Nannipieri ha pubblicato con Rizzoli “Candore immortale” (2022). Tra le sue pubblicazioni, il libro A cosa serve la storia dell’arte (Skira, 2021) è stato tradotto e pubblicato in Francia, nel 2022, da L’Harmattan, nella collana diretta dal professore emerito di Sociologia della Sorbonne di Parigi Pequignot. Ha collaborato e scritto su Panorama, Il Giornale e la dorsale tosco-emiliana del Corriere della Sera. Ha curato e presentato rubriche d’arte in Rai e Mediaset. Ha tenuto conferenze nei principali musei italiani.
Voto
7½
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