Io sono un mito
Di Francesca Bonazzoli e Michele Robecchi
I capolavori dell’arte che sono diventati icone del nostro tempo. Prefazione dI: Maurizio Cattelan
Editore Electa, pagine 144, illustrazioni 175, prezzo 19,90 euro, in libreria dall’autunno 2013
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Ci sono cose che bucano l’immaginario collettivo. Anche nel campo dell’arte. Apre un focus
sull’argomento Io sono un mito , l’interessante saggio realizzato da Francesca Bonazzoli e Michele Robecchi per Electa
che arriva nelle librerie in questi giorni ed è finalista al Premio Bagutta. Sono due le domande
principali che si pongono i due autori per condividerle col lettore. A Perché alcune opere d’arte, come la Gioconda di Leonardo, la Nascita di Venere di Botticelli, Guernica di Picasso o L’urlo di Munch sono icone popolari riconosciute in tutto il mondo? E perché immagini come Le ninfee di Monet, Il pensatore di Rodin o il David di Michelangelo, sono state riprodotte su t-shirt, tazze, grembiuli, riprese da pubblicitari, stilisti, registi, o usate in show televisivi come i Simpson, al punto da emanciparsi dall’arte,
oltrepassare i confini dei musei e diventare autentiche celebrità, parte integrante del nostro panorama visivo quotidiano?
A questi sassi lanciati nello stagno dell’arte, risponde Io sono un mito, con l’affascinante
storia di 30 capolavori, dal Discobolo di Mirone al Figlio
dell’uomo di Magritte, che spiega come, quando e soprattutto perché
un’opera d’arte riesce a trasformarsi in un’immagine dal successo planetario,
impermeabile ai gusti, alle mode e al passare del tempo. Gli autori raccontano
la genesi delle singole opere d’arte, come abbiano raggiunto lo status di
culto e come la loro percezione si sia evoluta nel corso dei secoli. Ricostruiscono
le dinamiche storiche, sociali e culturali che hanno influenzato e consentito il successo: dalla tecnica dell’incisione all'avvento dei mass media, dalla politica alla religione. L'analisi delle singole opere è affiancata dalla narrazione di curiosità e aneddoti e da una copiosa
selezione di immagini che fa di questo libro una lettura istruttiva e avvincente, ricca di racconti che si nascondono dietro la nascita di questi miti.
"La società di massa ha adottato quei capolavori e li ha trasformati in campagne pubblicitarie
e merchandising – sottolinea Maurizio Cattelan nella prefazione -. Così sono diventate familiari, un patrimonio
pubblico e quotidiano … Ognuna ha avuto la sua occasione per diventare icona e da icona si è trasformata in mito … non riesco a pensare niente di più rappresentativo della nostra epoca della Creazione di Adamo di Michelangelo che
ci saluta dallo schermo ogni volta che accendiamo il cellulare".
Nel suo saggio Francesca Bonazzoli (che scrive d’arte per il Corriere della Sera da oltre
vent'anni e pubblica i suoi interventi anche su Urban magazine e, fra l’altro ha scritto e condotto un programma televisivo sulla scultura contemporanea per Rai Sat Art) afferma: c’è un momento fondamentale per il successo comune di tutte le immagini: sono gli anni sessanta, quelli in cui la riproduzione a basso costo, la pubblicità, i viaggi e l’accesso popolare a mostre e musei provocano una massiccia espansione del panorama visivo disponibile a tutti. L’affissione murale, la televisione, il cinema, il packaging hanno riportato le immagini a
quello stadio in cui tutte sono potenzialmente venerabili, come in un flashback al VI secolo …
Voto
8
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