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Uno sparo al tramonto
Testo di Max Vellucci
Invito a cena con delitto, di e con la Compagnia delle Ombre
Al Dalle vigne Wine Loft di Vinci il 13 giugno 2007

 




                     di Tommaso Chimenti


L’atmosfera creata dalle Ombre è di raffinata cordialità, di leggera familiarità intrisa da una parte di sano buonumore tutto fiorentino dall’altra di quel mistero che aleggia, giallo e noir, tra i tavoli e le vivande, tra gli antipasti ed il prosecco d’apertura. Il Dalle vigne è un luogo magnifico e l’ideale consacrazione del testo. Appena l’orizzonte, tra il verde dei colli e le nuvole diventate panna e cialda, diventa di un rosso infuocato, gli spettatori capiscono il titolo: “Uno sparo al tramonto” che con “Old Devil Moon” (più volte e sempre con successo e con un tutto esaurito continuo) costituiscono l’ossatura e lo scheletro di questa giovane e fresca compagnia, proveniente dalle più svariate esperienze sul palco. Finezza del Dalle Vigne: ogni tavolo è stato chiamato con il nome di un famoso investigatore. E qui non c’è il fattore tempo a rompere le uova nel paniere, non c’è frattura tra il vero ed il romanzato. Vediamo quindi Kojak confrontarsi con Colombo, Agatha Christie con Grissom (da CSI), Sherlock Holmes che tenta di battere sul filo di lana Poirot. Ogni tavolata, sconosciuti che a bocca piena fanno elucubrazioni cervellotiche studiando gli indizi per scovare l’assassino ed il movente, è un commissario. Chi vince ha in regalo una maglia ed una bottiglia di vino. Stavolta è un suicidio, che fin dalle prime battute si scopre essere un omicidio, a tenere banco. L’investigatore principe- presentatore e filtro tra il pubblico e gli attori sul piccolo palco è il bravo Alberto Orlandi che riesce a districarsi con colpi di coda ironici e mezze verità tra le domande, alcune argute altre impertinenti dei commensali. Vengono fornite cartine delle stanze nelle quali si trovavano i vari personaggi, il referto dell’autopsia, articoli e ritagli di giornale che ad una prima lettura sembrano non avere alcuna attinenza al caso specifico. Bisogna stare attenti e vigili, con le antenne drizzate e gli occhi a carpire qualsiasi movimento o cedimento psicologico dei cinque sulla scena. Come nei migliori gialli tutti potrebbero essere i potenziali killer, ma ogni assassino lascia delle prove e solo un occhio attento può scovarle. Potrebbe essere stato il Conte pistolero, o la Contessa casalinga disperata e spendacciona, la cartomante sensitiva vannamarchesca approfittatrice, o la sorella della nobile. Un morto, anzi due. Sintonizzate gli orologi pronti ad entrare in una nuova dimensione. Le tre esse, sesso, sangue, soldi, sono sempre protagoniste.

Voto 8 

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