Ivan Zuccon: Alla scoperta di un regista
Ivan Zuccon: intervista 2005 di Scanner
Ivan Zuccon: Bad Brains
Ivan Zuccon è sicuramente uno dei
registi che s’inscrive nella lunga tradizione del cinema
di genere italiano, non inteso come mera esecuzione da intermediario, ma
artigiano delle scene con una precisa coscienza autoriale, come in passato lo è
stato Mario Bava ( da lui stesso ammirato ), per intenderci. Il suo percorso da
amante del cinema horror, si è forgiato non sulla emulazione scenica, ma nella
intenzionalità di riprodurre un modus operandi andato perduto con gli anni
nelle nostre produzioni nostrane attraverso una ostinazione da indipendente,
che non cede ai ricatti del mercato di un paese che ha ormai da tempo
abbandonato i lidi del genere puro.
La consapevolezza del mezzo cinematografico e la grande passione, hanno
spinto Ivan Zuccon
ad apprendere da autodidatta i rudimenti di un mestiere e farne un uso
consapevole, già nei suoi primi cortometraggi. Si può vedere in De Generazione,
la volontà di scandagliare la psiche umana in un vortice misterioso che si
tinge di un rosso splatter intrigante, grazie ad un finale efficace nella sua
spietata sintesi. L’Ultima Cena, si inserisce in un discorso di cinema
postmoderno intessuto su una idea forte e dissacrante, che cela l’abbandono
dell’uomo alle forze oscure della violenza cieca in un mondo privo di speranza.
L’Albero Capovolto, opera sentita dal regista che ha scritto anche la
sceneggiatura, ci trascina dentro una stanza per farci scoprire il lavoro di
una pittrice e del suo calvario fisico, svelando il personale dolore del
creare: la chiave per interpretare noi stessi, ma che ci può spingere anche
verso la morte. Un cortometraggio che sprigiona una passione per il
cinema di Cronenberg veicolato attraverso un pensiero autonomo di forte
impatto. Neve, rappresenta un passo verso una tensione drammatica ( il cinema
di Bergman è un punto di riferimento per l’autore ) che porta alla luce lo
straziante sentire di un presente a pezzi, dove il ricordo straziante di un
affetto perduto ci predispone ai sentimenti infranti del genere umano. L’Altrove è il primo
lungometraggio di Zuccon, dove prova ad inserire con passione, a volte con
troppo ardore, delle scelte stilistiche inusuali per mettere a fuoco la storia
di un plotone militare alle prese con uno strano passaggio oscuro nei pressi di
un casolare in campagna. In questo ambiente apocalittico, quella apertura
minacciosa non è altro che il viatico per un altrove di dolore e morte. Sia il
primo che il secondo episodio ( Il Figlio dell’Altrove ), gettano le basi delle
istanza creative del regista, che fa trasparire la visione di un domani
annichilente, alle prese con il nero, inteso come presagio o portatore di
morte. Il domani per l’uomo non può essere che un percorso verso la conoscenza
delle parti in ombra del nostro io, in fondo quello che Zuccon filma, non è altro
che ripetersi della consuetudine storica
nella sua periodicità ciclica di dispensatrice sanguinaria. I due
Altrove sono opere in un certo senso acerbe sia per il troppo aggiunto o per
alcune scelte tecniche, ma la passione e l’approccio antinarrativo non scontato
indugiano a farci pensare che Zuccon ha
le qualità per maturare. Infatti, La Casa Sfuggita è l’esempio alto di questa
avvenuta crescita, in un film puntellato tra quattro mura di una casa infestata
da troppi morti in passato, dove due giornalisti indagano per comprendere i
motivi di questi decessi misteriosi. Una pellicola suadente che fa della
ellissi narrativa il perno su cui ruotano le vicende, creando un vortice visivamente destabilizzante, avviluppando lo spettatore
in un viaggio macabro nelle piaghe della mente umana: la storia si ripete nella sua atroce
meccanica dell’offendere il corpo e l’anima nel profondo sentire di Lovecraft. Zuccon costruisce i suoi film
in spazi chiusi e inaccessibili, consentendogli di mettere a fuoco la
drammaticità degli atti, del sentire e del vedere all’esterno, consolidandosi
su un visione
Kubrickiana dell’essere umano, nella
sua inerme fragilità di spirito e lo fa tramite il genere l’horror e in parte
con la rielaborazione del pensiero di Lovecraft, scrittore vicino per
sensibilità artistica al Nostro. Un autore infaticabile nel tracciare nuove
strade da percorre attraverso il genere, per uscire dalle secche paludose di
sentieri già battuti; infatti i suoi progetti futuri riguardano una versione in
lungometraggio del corto Degenerazione con il titolo inglese di Bad Brains
prodotto dalla Timeline di Emanuele
Cerman, che in passato è stato attore nei suoi film. Successivamente si
dovrebbe occupare dell’ambizioso progetto del Colore del Male, trasposizione
Dal colore venuto dallo spazio di H. P. Lovecraft,
supportato produttivamente dalla P.F.A. Films di PierFrancesco Aiello. Speriamo
che la marginalità di Zuccon ben presto possa trovare spazio nella corrente
alternativa di un cinema di provincia che incomincia a conquistare visione
nazionale con un urgenza espressiva forte e intransigente.
Filmografia:
Lungometraggi:
2000 - L'ALTROVE (The Darkness Beyond)
2001 - IL FIGLIO DELL'ALTROVE (Unknown Beyond)
LA CASA SFUGGITA (The Shunned House)
Cortometraggi:
1998 - L’altrove
1998 - DeGenerazione (Bad Brains)
1999 - L'Ultima Cena
2000 - L'Albero Capovolto
2001 - Neve
www.shunnedhouse.com
www.unfilmable.com/ColourfromtheDark
Dove acquistare i film all’estero:
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Voto
8