Eyes wide shut - Recensione
Eyes wide shut - Presentazione
Se ne starà su una nuovoletta, a farsi raccontare qualche barzelletta da Peter
Sellers. E a ridere degli umani, di quelli sdegnosamente delusi dall'esclusiva
anteprima losangelina di Eyes Wide Shut.
Bella gente, vogliosamente protesa verso il panno bianco. L'attesa da "sabato del
villaggio" li ha lasciati interdetti, non hanno avuto il loro giorno d'allegrezza
pieno. Volevate vedere Cruise e la Kidman impegnati in furiosi amplessi ? Chi ve l'ha
promesso, io forse, ridacchierà Stan. Credete che ne siano capaci, del resto ?
Eyes Wide Shut non è il film migliore di Kubrick, nè il suo capolavoro, questo il
minimo comune multiplo delle umane recensioni. Bella scoperta. Nessuno riesce a
dimenticare che il castello costruito sotto al film è il frutto di voci di corridoio,
anticipazioni, soffiate, visioni private, sbriciatine. Quello che Stan voleva. Il suo
ultimo, definitivo, geniale sberleffo. Non un testamento, perché non è credibile che per
un solo momento Stan abbia pensato di poter morire. Di roteare, forse, come l'osso di 2001,
quello che nessun operatore era riuscito a tenere nell'inquadratura finché lui
imbracciò personalmente la macchina da presa. Eyes Wide Shut non
esiste, è solo un oggetto dato in pasto all'industria, l'ennesima versione della
"Porta delle Stelle". Passate di qua, e tornerete giovani. Ciò non toglie che Eyes
Wide Shut sia un grandissimo film moderno, quindi incomprensibile per le categorie
contemporanee. Mitteleuropeo e schnitzleriano,
nel suo adattare Doppio sogno citando letteralmente il testo originale. Con lo
stesso tocco col quale allo scrittore si avvicinava un altro celebre regista, Max Ophuls. Quasi un ritorno a casa per
Kubrick, che di immigrati austriaci (di seconda generazione) era figlio. Oblungo, e
liquido, nel suo usare illuminazioni ovattate, la versione a luce elettrica di Barry Lyndon. Povero
nell'immagine quando serve, fantasioso
nel far girare l'obiettivo sempre. Guardare la sequenza del party, quasi all'inizio del
film per credere. Liquido perché drogato, per lunghi tratti, o alterato da sostanze di
varia natura. Quasi tutte al limite del consentito. Il sesso è solo un'altra maniera di
conoscere il mondo. Non è attrazione, è pulsione di morte. Cruise tocca la necrofilia (la
leggenda metropolitana su questo punto va fatta scemare), come Nicholson si godeva i suoi
cinque minuti con la donna squartata in Shining. Lo voleva così Stan il suo
protagonista, drammaticamente inespressivo, e gli ha regalato il pallino, il trono, il
privilegio del punto di vista, dell'apertura attraverso la quale si accede alla storia. Lo
voleva con una bella moglie, e ha scelto Cruise per avere il biancore di Nicole Kidman, l'involucro innocente che nasconde i
racconti piccanti, e quasi tutti falsi. La trama precisa la leggerete altrove, con dovizia
di particolari. Leggerete dell'orgia in
maschera, parodia del carnevale di Venezia, dei tradimenti veri o immaginati. Nessuno vi
potrà raccontare Eyes Wide Shut, perché Eyes Wide Shut non esiste.
Eyes wide shut, regia di Stanley Kubrick, con Tom Cruise, Nicole Kidman, Sidney Pollack; drammatico; Usa; 1999; C.
Voto
non si può...