Il
tempo passa anche nei film d’animazione, ecco dunque che nel terzo ed ultimo capitolo di Toy Story il cowboy Woody e lo
space ranger Buzz Lightyear devono fare i conti col fatto che il loro
amatissimo padroncino, Andy, ormai non è più un bambino e si appresta ad andare
al college. È un addio di cui Woody e compagnia sono ben consapevoli, dato che
Andy ormai da anni non gioca più con loro. Finiti in una scatola con
destinazione soffitta, per un malinteso fortuito i due inseparabili amici
giocattoli con tutto il loro variopinto gruppo si ritrovano donati all’asilo
Sunnyside, amabilmente accolti da Lotso, (apparentemente) pacioso orsacchiotto
di peluche, e da Ken, il compagno ideale di Barbie, che per uno strano caso è
entrata a far parte della congrega di Woody e Buzz. Ben presto i
nostri eroi realizzeranno di essere finiti in un posto popolato da bambini
molto piccoli, praticamente privi di freni inibitori e potenzialmente molto
pericolosi per qualunque giocattolo intenzionato a sopravvivere il più a lungo
possibile. Ma la sorpresa peggiore è che sono finiti in un vero e proprio
sistema carcerario gestito con mano di ferro da Lotso e da un manipolo di
giocattoli delusi dai loro padroncini dei tempi andati. Alla fine non resterà
che tentare di organizzare una grande fuga per tornare da Andy. Non si tratterà
di un’impresa semplice e la variegata compagnia di giocattoli dovrà superare
molti ostacoli e difficoltà per ritrovare la via di casa. Nell’happy ending
assisteremo alla soluzione più lirica concepibile per l’addio tra il ragazzino
di un tempo e gli amati giocattoli con cui ha passato l’infanzia, che saranno
affidati ad un degno testimone per continuare la loro missione
ludico-affettiva. Per Toy Story 3 è stata ricostruita
la squadra vincente dei primi due fortunatissimi episodi, con la promozione in
cabina di regia di Lee Unkrich, già montatore di Toy Story e co-direttore di Toy
Story 2 – ma anche di capolavori come Monsters & Co. e
Alla ricerca di Nemo
–. Dopo l’incontro/scontro tra Woody e Buzz del primo capitolo e la
missione organizzata nel secondo da Buzz per recuperare Woody, vittima del
rapimento da parte di un corpulento collezionista di giocattoli rari, dal punto
di vista narrativo la trama di Toy Story
3 – scritta dallo sceneggiatore Michael Arndt , premio Oscar per Little
Miss Sunshine – è un’evoluzione naturale delle prime due puntate e
ripresenta il cast che si era formato alla fine della seconda, con la cowgirl
Jessie, il fido cavallo Bullseye, il cane molla Slinky, il dinosauro Rex, il
maialino salvadanaio Hamm, Mr. Potato e signora, più la new entry di Barbie. Il solito gioiello di marca Pixar,
che costituisce la quadratura del cerchio aperto dal più innovativo studio
d’animazione proprio quindici anni fa con il primo Toy Story grazie alla
consolidata ricetta più qualche magia in 3D: la crescita, la famiglia, il
valore del gioco, la fedeltà all’infanzia, le immancabili citazioni cinefile
(il genere carcerario, Kubrick
e molto altro ancora), le struggenti musiche di Randy Newman. Difficile
desiderare di più per un cartoon assolutamente imperdibile tanto per il
pubblico infantile quanto per quello adulto.
Toy Story 3 - La grande fuga (Toy Story 3), regia di Lee Unkrich; animazione; U.S.A.; 2010; C.; dur. 103’
Voto
8+
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