I Tenenbaum
Fantastic Mr. Fox
L’esordio
dietro la macchina da presa di Wes Anderson è una via di mezzo tra cinema,
teatro e letteratura: una voce narrante che ci introduce gli stravaganti
protagonisti de I Tenenbaum,
il plot diviso (graficamente) in capitoli come se stessimo leggendo un libro,
scene di chiaro impianto drammaturgico, centrate su dialoghi pungenti e precisi
come la lama di un chirurgo. I Tenenbaum
racconta l’ultima riunione di una famiglia davvero molto particolare, composta
di due genitori separati da decadi (ma ancora non divorziati) e da tre figli ex enfants prodige che hanno scoperto crescendo il sapore del
fallimento. Forse perché Royal Tenembaum,
un tempo avvocato di grido ed indefesso tombeur de femmes, ha
abbandonato il tetto coniugale per traferirsi in pianta stabile in albergo,
lasciando i tre figli alle cure della timida Etheline, archeologa che ha
sacrificato la professione per seguire i rampolli, attualmente in procinto di
considerare l’offerta di matrimonio posta dal commercialista di famiglia.
Ognuno dei tre figli, talenti precoci, ha qualcosa che non va: c’è Chaz, ex
fenomeno in erba di Wall Street che ha paura di tutto ed è arrabbiato con tutti
da quando, con i suoi figli, è sopravvissuto all’incidente aereo in cui è morta
la moglie; quindi Margot,
adottata a due anni, precoce commediografa di successo a Broadway, in stasi
creativa, fumatrice in incognito da vent’anni, continuamente a mollo nella
vasca da bagno ed insensibile alle cure del marito neurologo; infine Ritchie,
campione di tennis ritiratosi a soli ventisei anni, da mesi giramondo per
dimenticare la sua (perenne) insana passione erotica per la sorella adottiva.
La famiglia Tenembaum si completa con la presenza di Pagoda, un vecchio indiano
tuttofare. Capita che Royal sia stato sfrattato dall’albergo e che, informato del
fatto che il suo ruolo di pater
familias è in bilico, decida di
riappropriarsene a qualunque costo (magari inventandosi una malattia mortale
preconfezionata allo scopo), per poi scoprire che, effettivamente, tentare di
riprendere il bandolo dei perduti affetti familiari era un’occupazione
piacevole. I
Tenenbaum è un coacervo filmico singolare quanto efficace: la saga
della famiglia Tenenbaum si profila come un chirurgico pamphlet contro il cinema buonista a tutti i costi delle ultime stagioni – basti
pensare al nonno che, per far scoprire le gioie della vita ai nipotini, insegna
loro a passare col rosso e gavettonare gli sconosciuti –. I tre rampolli dal
talento interrotto si portano dietro un bel carico di dolori personali,
frustrazioni incomprensibili e rancori sedimentati nel silenzio: la concidenza
della strana riunione familiare innescherà un’esplosione emotiva a catena in
cui ogni personaggio non avrà esitazione alcuna a ferire e colpire basso il
parente di turno. Per estremo paradosso, questa perfetta famiglia americana
al contrario ritroverà proprio dalla messa in nudo delle proprie contraddizioni
interne la forza per andare avanti. Una commedia scoppiettante,
ricca di sommerso sense of humour ed interpretata da un cast di livello
assoluto.
I Tenenbaum - The Royal Tenenbaums, regia di Wes Anderson, con Gene Hackman, Anjelica Huston, Ben Stiller, Gwyneth Paltrow, Luke Wilson, Owen Wilson, Danny Glover, Bill Murray; commedia; Usa; 2001; C.; dur. 1h e 49'
Voto
8