Codice Swordfish
Fuori in 60 secondi
L'ultimo dei Templari

Con il suo ultimo film, Dominic Sena, già autore di Kalifornia e del deludente Fuori in 60 secondi, sembra aver decisamente aver cambiato marcia: nonostante la scarsità di verosimiglianza in troppi momenti, Codice: Swordfish si configura come un adrenalitico action movie con riusciti innesti da thriller cibernetico. La storia ruota intorno alla misteriosa e carismatica figura di Gabriel Shear, interpretato da John Travolta, un agente dei servizi segreti seriamente intenzionato ad accedere al fondo "Swordfish" in cui la Dea depositò quindici anni prima 400 milioni di dollari 'sporchi' ora lievitati con gli interessi all'astronomica cifra di 9 miliardi. Per sbancare il fondo il protagonista ha bisogno di un hacker straordinario e pronto a tutto: il suo candidato ideale ha il volto di Hugh Jackman ed è Stanley Jobson, un uomo che ha perso il lavoro, la moglie e l'adorata figlia Holly finendo in galera per due anni per aver forzato un programma dell'Fbi. Reclutato il suo esperto ricorrendo alle grazie della bella Ginger (interpretata dalla splendida Halle Berry), Shear lo convince a lavorare per lui promettendogli dieci milioni di dollari come compenso per i suoi servigi telematici: l'hacker, in libertà vigilata e condannato a non avvicinarsi ad un computer neanche per errore, intravede la possibilità di riprendersi la custodia della figlia ed accetta. Nel frattempo Stanley è ricaduto nel mirino della polizia e tenuto sotto stretta sorveglianza da Don Cheadle nei panni dell'agente Roberts: Shear deciderà così di stringere i tempi per l'audace e spettacolare rapina in banca. Un action movie confezionato in modo impeccabile e dichiaratamente d'intrattenimento: in primo piano la prova del solito Travolta, cui finisce per rubare la scena il magnetismo della stella emergente Hugh Jackman, lanciato da Singer come Wolverine in X-Men. L'omaggio finale a I soliti sospetti, per quanto troppo marcato, è giustificato dall'arte di cui il protagonista in negativo di Codice: Swordfish si dice convinto assertore, ovvero il depistaggio: quello che l'orecchio vede e l'orecchio sente, la mente crede. Notevole il dialogo iniziale tra Don Cheadle e John Travolta, che miscela le performances del sicario di Pulp fiction e dello strozzino cinefilo di Get shorty producendosi in una filippica antihollywoodiana con una non comune disamina critica di Quel pomeriggio di un giorno da cani di Sidney Lumet - notevole il richiamo autoironico alla propria situazione, dato che al momento sta sequestrando degli ostaggi in una banca -. La sequenza clou del film - per quanto suoni politicamente scorretto rilevarlo all'indomani dell'attentato alle Twin Towers - resta la spettacolare detonazione di un ostaggio carico di esplosivo, con gli effetti su cose e persone circostanti ripresi al rallentatore con una carrellata circolare a 360 gradi intorno all'epicentro dell'esplosione: una scena da cineteca.