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  07/05/2024 - 14:12

 

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Primo amore
Regia di Matteo Garrone
Cast: Vitaliano Trevisan, Michela Cescon; drammatico; Italia; 2004; C.

 




                     di Paolo Boschi


Primo amore
Gomorra


Dopo l'exploit del pluripremiato L'imbalsamatore Matteo Garrone torna dietro la macchina da presa per raccontare una storia di provincia delle sue, ancora un amore estremo tratto da un occasionale spunto di cronaca e poi sublimato in qualcosa di completamente diverso. La storia al centro di Primo amore prende avvio con la conoscenza tra due anime solitarie in cerca di nuove relazioni: Vittorio, titolare di un laboratorio di oreficeria, incontra Sonia, dolce e simpatica commessa di un negozio equo e solidale, a tempo perso modella di una scuola d'arte, purtroppo più in carne di quanto si aspettasse, ben cinquantasette chili. Il protagonista, che scopriamo afflitto da annosi disturbi psichiatrici, ci rivela di aver sempre cercato in una donna prima il corpo e poi l'anima, ma nel caso di Sonia è successo esattamente il contrario, è rimasto intrigato dallo spirito vivace della ragazza: dunque dovrà cercare di lavorare a ritroso modellandone il corpo per portarla al peso necessario affinché la relazione possa funzionare, ovvero quaranta chili, alle soglie dell'anoressia. Nonostante la pessima partenza - "Pensavo fossi più magra" è l'infelice battuta d'esordio di Vittorio -, la storia tra i due ben presto prende quota: Vittorio acquista un immobile storico disperso nella campagna veneta ed invita Sonia a trasferirvisi insieme a lui. Mentre il nuovo rapporto acquista forma e sostanza, Sonia si lascia contagiare dalla paranoia per il minimalismo corporeo di Vittorio, un'ossessione che andrà sempre più assumendo i contorni della psicosi, ma che all'inizio sembra richiederle una 'normalissima' astinenza dagli eccessi alimentari cui era abituata. La progressiva deriva della sublimazione fisica di Sonia trasformerà in una claustrofobica gabbia sentimentale senza apparente via d'uscita, in torbida mescolanza con la fissazione clinica di Vittorio e magistralmente catturata dall'obiettivo di Garrone nella simbolica sequenza fuori fuoco dei due protagonisti - lei ancora mentalmente ferma al suo peso passato, lui già proiettato verso il traguardo futuro -, sequenza da leggere in parallelo con l'allegoria conclusiva: dismesso il proprio laboratorio, l'orafo fonde tutto per stillare la polvere d'oro dispersa nell'ambiente in decenni di attività e, allo stesso modo, il suo concetto di amore è l'impossibile tentativo di eliminare tutto il superfluo, per trovare alla fine ciò che conta davvero. La discesa agli inferi della magrezza estrema della protagonista è raccontata in Primo amore in un analitico crescendo di dettagli anatomici, come se Garrone, dopo averci mostrato in apertura il nudo integrale di Sonia alla scuola d'arte, volesse sprofondarci insieme a lei nell'abisso della fame. La magnifica fotografia chiaroscurale amplifica a dismisura la drammaticità della storia, a tratti lancinante da far male. Unica pellicola italiana in concorso a Berlino 2004, Primo amore è stato premiato per la miglior colonna sonora, realizzata dalla Banda Osiris.

Primo amore, regia di Matteo Garrone, con Vitaliano Trevisan, Michela Cescon; drammatico; Italia; 2004; C.; dur. 1h e 35'

Voto 7+ 

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