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  06/05/2024 - 17:54

 

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Cantando dietro i paraventi
Regia di Ermanno Olmi
Cast: Bud Spencer, Jun Ichikawa, Sally Ming Zeo Ni, Camillo Grassi; drammatico; Italia; 2003; C.

 




                     di Paolo Boschi


Il mestiere delle armi
Cantando dietro i paraventi
Centochiodi


Non si può dire che Ermanno Olmi abbia timore di rischiare cose nuove, perché Cantando dietro i paraventi con il suo raffinato gioco interno di teatro nel teatro, la sua impeccabile struttura e la sua magnifica fotografia è sicuramente un film rischioso nell’attuale panorama del cinema italiano: troppo fiabesco, troppo cerebrale, forse troppo ricco di riferimenti di secondo grado a danno della storia in se stessa, forse, ma esteticamente splendido e intensamente lirico. I maligni lo ridurranno ad un magniloquente exercice de style, tutti gli altri (i fortunati) si ritroveranno intrigati dall’elaborato meccanismo drammatico ordito nello strano coarcervo tra teatro e bordello in cui all’inizio del film uno sprovveduto studente finisce per caso. La voce narrante di un redivivo Bud Spencer calato nei panni di un vecchio capitano portoghese ci introduce con entusiasmo crescente nella favola di corsari che sarà oggetto della rappresentazione, una storia ambientata nell’epoca aurea della pirateria cinese, a fine Settecento, quando la vedova dell’ammiraglio Ching, avvelenato dai suoi armatori dopo le blandizie imperiali, cominciò ad imperversare i tre mari della Cina senza rispettare neppure le imbarcazioni battenti le insegne dell’imperatore. Una favola in continua alternanza tra pantomima e sequenze in tempo reale, dalla ricostruzione della ricostruzione della fine dell’ammiraglio Ching fino alla decisione della vedova di vestire i panni del defunto marito per vendetta, fino al giorno della repressione, quando la flotta della temibile piratessa fu circondata dalle navi da guerra imperiali, così numerose che l’orizzonte non bastava a contenerle tutte. Cantando dietro i paraventi conserva la struttura della favola fino alle estreme conseguenze, con l’immancabile finale morale in cui invece delle bombe sulle navi dei pirati ribelli cadono acquiloni latori di un antica favola di pace e perdono. Olmi racconta la sua storia con consumata eleganza alternandosi tra calibrate coreografie delle parti drammatiche e un’impeccabile ricostruzione delle sequenze d’epoca, contrappuntate da una raffinata colonna sonora che miscela brani della tradizione popolare cinese ad autori del calibro di Stravinsky e Ravel. Un film inappuntabile dal punto di vista tecnico-artistico, dunque, ma con una struttura narrativa che promette di rivelarsi ostica ai più ed a forte rischio d’ingenerare noia.

Cantando dietro i paraventi, regia di Ermanno Olmi, con Bud Spencer, Jun Ichikawa, Sally Ming Zeo Ni, Camillo Grassi; drammatico; Italia; 2003; C.; dur. 1h e 39'

Voto 7/8 

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