Magnolia
Berlino 2000: l’Orso d’Oro a Paul Thomas Anderson
Il
regista dello spiazzante Boogie
Nights ha decisamente voglia di rilanciare, almeno stando a Magnolia, il suo ultimo film. Rispetto
alla sua seconda prova, ambientata nel milieu pornografico di fine anni
Settanta, la prospettiva di riferimento si apre a varie storie di ordinaria
quotidianità, raccontate ancora in un film corale che richiama apertamente uno
dei modelli di riferimento privilegiati di Paul Thomas Anderson, ovvero Robert Altman,
indiscusso maestro americano dell’ironia amara con taglio sociale, nel
dettaglio al suo notevole America oggi.
Anche in Magnolia, non a caso, si alternano schegge di vite miscelate in
successione in un banale giorno piovoso e facenti capo a nove personaggi
principali che vivono nella San Fernando Valley, nei dintorni di Los Angeles. C’è
un vecchio padre di famiglia che sta morendo: ad assisterlo la più giovane
moglie nervosa ed isterica, ed un infermiere volontario. Dello stesso entourage
familiare fa parte anche un figlio (che odia la figura paterna), predicatore
nichilista e pseudo-guru di una sorta di machismo ‘totale’, ottimamente
interpretato da Tom Cruise,
che per questa parte ha vinto il Golden Globe (ed ottenuto una nomination all’Oscar).
Poi ci sono un ragazzetto campione del momento in un quiz televisivo ed un ex enfant
prodige che si è perso lungo la strada della vita. Infine troviamo un
anziano conduttore TV con un pesante passato nel cassetto della memoria e
figlia cocainomane al seguito: della tossica fanciulla finirà fatalmente per
innamorarsi un impacciato tutore della legge. Oltre al titolo di marca
floreale, Magnolia condivide
nel suo complesso di storie con American Beauty una
sorta di mosaico dell’amore visto dalle più svariate prospettive: l’amore
cercato, ritrovato, sprecato, rimpianto, traviato, fantasticato, ingannato.
Tante accezioni amorose per altrettante storie che s’intarsiano perennemente in
bilico tra l’eccesso e la soap opera, ben contrappuntate da un’ottima
colonna sonora. Il racconto filmico di Paul Thomas Anderson, autore anche della
sceneggiatura, è allo stesso tempo una dimostrazione del surreale teorema di
base della storia, in un certo senso il giovane regista americano oltre che
raccontare e mostrare, documenta e spiega. L’approdo annunciato di Magnolia è
la finale pioggia di rane che chiude tutti i fili narrativi in un evento di
portata biblica, quasi apocalittica e chiaramente memore della lezione di Altman. L’opera
terza di Anderson
si è meritatamente aggiudicata l’Orso d’Oro a Berlino 2000.Magnolia, regia di Paul Thomas Anderson, con Jason Robards, Julianne Moore, Tom Cruise, Jeremy Blackman, William H. Macy; drammatico; Usa; 1999; C.; dur. 3h e 8'
Voto
8