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  05/12/2024 - 10:47

 

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Berlino 2000: a "Magnolia" l'Orso d'Oro
Il film di Paul Thomas Anderson sbanca la Berlinale
Al Festival del cinema di Berlino 2000 s'impone il cinema americano

 




                     di Riccardo Ventrella


Magnolia
Berlino 2000: l’Orso d’Oro a Paul Thomas Anderson


Albergo nuovo, ospiti conosciuti. Berlino entra nel 2000 alloggiando il suo Festival in un nuovo palazzo, sulla ricostruita Potsdamer Platz, oggetto-feticcio della Berlino divisa, la Berlino terra di nessuno oggi cancellata da un fiorire di grattacieli. Edizione di lustra vernice, e non solo per il tondo numero 50, sotto il segno di un ritrovato pangermanesimo e con un testimonial d’apertura che della vecchia Potsdamerplatz aveva fatto un romantico set. Wim Wenders ha aperto le ostilità con il suo magniloquente Milion Dollar Hotel. La poesia se n’è andata, forse, per sempre dall’universo del regista tedesco che sforna un kolossal ipotetico, cui non basta l’appeal del soggettista Bono. Vince il cinema americano, e a Berlino non è una novità. Paul Thomas Anderson aveva dimostrato, con Boogie Nights, di reggere l’affresco complesso, l’intrecciarsi di storie, il sovrapporsi dei piani all’interno di un universo così complesso come quello del porno. In Magnolia, Orso d’Oro 2000, il mondo è quello della televisione, pieno di presentatori complessati e malati terminali, di concorrenti di quiz televisivi arroganti e invidiose, di famiglie divise ed atmosfere postatomiche nella S.Fernando Valley. Il tutto per centottantacinque minuti, con un Cruise candidato all’Oscar e il solito, grandissimo William H.Macy. Zhang Yimou imbrocca l’argento, dopo l’oro veneziano, per un film, The Road Home, sicuramente migliore di Non uno di meno. Ai tedeschi, in corsa anche con il redivivo Thome (sempre alle prese con il sesso) e il veterano Schlöndorff, rimane un doppio premio alle attrici del film di quest’ultimo. Del resto, esaurita la miriade di proiezioni che per dodici giorni hanno tenuto banco, rimangono la grande impressione suscitata da Man On the Moon di Milos Forman, e dalla performance di Jim Carrey nei panni dello sfortunato funambolo Andy Kaufman: l’Oscar se ne è dimenticato. Rimane il sorriso di Jeanne Moreau, festeggiata per una carriera d’autore, e l’aura di quello straordinario film che era, è e sarà Il cacciatore. E un film italiano, Prime luci dell’alba di Lucio Gaudino, già condannato dalla critica frettolosa. Se non ora, quando ?

Voto 7½ 

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