Io, me & Irene
Tutti pazzi per Mary
Fin dal titolo Io, me & Irene allude dichiaratamente al vero Leitmotiv del film, ovvero lo sdoppiamento d'identità del protagonista, il buon Charlie Baileygates, poliziotto sinceramente dedito alla sua professione, il prototipo dell'uomo gentile e misurato: due qualità che nell'America contemporanea possono preludere (e qui preludono) ad una vita all'insegna dell'esagerata sopportazione del prossimo suo. Capita infatti che la bella-bionda-adorata moglie di Charlie avvii una relazione proprio il giorno delle nozze, e con chi? I Farrelly Brothers, al solito politicamente scorrettissimi, s'immaginano un amante che è una vera miscela esplosiva: affetto da nanismo (non dove conta), di colore, aggressivo, ma geniale. In un surplus di beffa aggiuntiva il terzo incomodo è stato addirittura l'autista della coppia nel giorno del fatidico sì (ed ha pestato a sangue il nostro eroe). Qualche dubbio s'affaccia alla mente del bonario protagonista quando si ritrova padre di tre bebé mulatti e tutta la ridente cittadina del Rhode Island attacca a sghignazzargli dietro (ma non troppo). Ma Charlie inghiotte il rospo, cancella le emozioni e continua a farlo quando la moglie se ne va con lo sboccato amante e lo pianta con i tre figli putativi sul groppone. Il bravo poliziotto continua a mostrarsi un padre e un cittadino esemplare per quindici lunghi anni finché, per caso, in un supermercato, l'ennesima invadenza di una concittadina scatena Charlie e fa emergere Frank, il suo lato oscuro, dotato di tono cinico, un po' bastardo e sessualmente sfrenato, che inizia una metodica ed indiscriminata vendetta dei soprusi patiti dal suo alter ego. Una sorta di trasformazione alla Dr. Jekyll & Mr. Hyde senza formula chimica: trattasi infatti di schizofrenia pura e semplice, controllabile con una dose appropriata di medicinali. A ruota a Charlie-Frank viene affidato il compito di scortare la bella Irene ad un comando di polizia nei pressi del Canada: capita che i due lati del protagonista s'innamorino entrambi della ragazza, trovatasi in mezzo ad una storia intricata di corruzione. I nostri eroi riusciranno in qualche modo a sbrigliare la matassa con la doppia love story che si sviluppa in sottofondo - e, galeotto fu il set, è sbocciata anche nella realtà con il connubio Carrey- Zellweger -. Il tutto nello stile scorretto ed esagerato dei registi di Tutti pazzi per Mary, tra mucche che si rifiutano di morire, gergo sboccato ed esplicito, scatologia implicita e non, falli e cremi anali, oltre ad un profluvio di battutacce e scemenze varie. Nonostante il ritmo alterno il film prende e diverte: menzione particolare per la faccia di gomma di Jim Carrey che, dopo le ottime performances attoriali di Truman Show e Man on the Moon, torna con Io, me & Irene al pieno sfogo mimetico dei suoi esordi filmici. Notevoli in tal senso le sequenze della prima 'trasformazione' schizofrenica e l'incredibile lotta per la supremazia tra il timido Charlie ed il rude Frank. Una comicità a tratti trasgressiva e demenziale, ma provocatoria e catartica.
Io, Me & Irene - Me, Myself & Irene, regia di Bobby e Peter Farrelly, con Jim Carrey, Renée Zellweger, Robert Forster, Chris Cooper, Richard Jenkins; commedia; Usa; C.; dur. 1h e 56'
Voto
6½