Lo
spunto di partenza di In
dreams è la prassi ormai abituale di alcune forze dell’ordine di far
ricorso a persone dotate di poteri paranormali per risolvere casi di omicidi
seriali. In dreams inizia con la
presentazione del tipico locus amoenus familiare
di marca statunitense: i coniugi Claire e Paul Cooper, giovani, belli e in
carriera (lei illustratrice, lui pilota d’aviazione), con una bella bambina,
una bella casa e un cane. A turbare un quadro altrimenti idillico sono i sogni
ricorrenti che turbano le notti di Claire: una
figura indistinta che accompagna per mano una bambina in un meleto, con chiare
intenzioni minacciose. Il guaio è che alle sue visioni inizialmente non
sembrano dar credito né il marito, né la polizia, in seguito neppure il suo
psichiatra. Ben presto la donna comprende di essere involontariamente entrata
in contatto telepatico con un pericoloso psicopatico: le sue visioni
prefigurano gli omicidi passati e futuri compiuti dall’assassino. A complicare
le cose, si tratta di un rapporto bilaterale: il serial killer
sta cercando di impadronirsi della mente di Claire nel tentativo di attirarla a
sé e sceglie i suoi cari come vittime dimostrative. Quando tutto sembra
perduto, la protagonista dovrà entrare in gioco in prima persona nel tentativo
di salvare l’ennesima piccola vittima: per trovare l’assassino si lascerà
guidare da lui seguendo un percorso mentale. In dreams è un thriller dalle tinte forti tutto giocato
in prospettiva paranormale: per mostrarci gli aspetti inspiegabili della vita Jordan non esita a miscelare psicologia e
registri da horror movie, lanciandosi
in ardite (ma impeccabili) sovrapposizioni tra il piano onirico e la realtà,
spesso con risultati spiazzanti per lo spettatore.
In dreams, regia di Neil Jordan, con Annette Bening, Aidan Quinn, Stephen Rea, Robert Downey Jr.; thriller; Usa; 1999; C.; dur. 1h e 38'
Voto
7+
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