Presentazione Fuocoammare
Recensione fuocoammare
"Filmare la morte è stata la cosa più dura – dice il regista - E' stata una sfida narrativa, dover
andare oltre quello che vediamo in tv. E' una tragedia immensa, che va ben
oltre i numeri che ascoltiamo e leggiamo. La difficoltà era raccontare questi drammi senza che la narrazione diventasse gratuita".
E’ una bella sorpresa che l'Orso d'oro per il miglior film all’edizione
2016 del Festival di Berlino sia stato assegnato a Fuocoammare, un intenso
documentario diretto nel 2016 da Gianfranco Rosi, che ha per oggetto l'isola di Lampedusa e gli sbarchi di migranti. Il premio vinto da questi ispirati 108 minuti di film a La Berlinale conferma il talento di Rosi, ma anche la
reattività di un grande festival che ha anche il pregio di essere sempre molto attento alle tematiche sociali e all'impegno civile.
Ma torniamo a Gianfranco
Rosi che, nel suo viaggio intorno al mondo per raccontare persone e luoghi invisibili ai più, dopo l’India dei barcaioli (Boatman), il deserto americano dei drop-out (Below Sea Level), il
Messico dei killer del narcotraffico ( El
Sicario, room 164), la Roma del Grande Raccordo Anulare (Sacro Gra). Rosi è andato a Lampedusa, nell’epicentro del
clamore mediatico, per cercare, laddove sembrerebbe non esserci più, l’invisibile e le sue storie. Seguendo il suo metodo di totale
immersione, Rosi si è trasferito per più di un anno sull’isola facendo esperienza di cosa vuol dire vivere sul confine più simbolico d’Europa raccontando i diversi destini di chi
sull’isola ci abita da sempre, i lampedusani, e chi ci arriva per andare altrove, i migranti.
Da questa immersione è nato Fuocoammare. Il film documentario racconta di Samuele
che ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua
isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di
libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane
dei nostri tempi.
Voto
8