Confidence - La truffa perfetta
Regia di James Foley
Cast: Edward Burns, Dustin Hoffman, Rachel Weisz, Andy Garcia; thriller; Usa/Can./Germ.; 2003; C.
Il 'bidone' è servito...
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L’idea,
il giocatore, i compari, il merlo, l’esca, gli sbirri corrotti, il bidone:
erano i termini tecnici de La stangata di George Roy Hill che, giusto
trent’anni fa, cesellava uno strano mélange di commedia, azione e truffa
successivamente destinato a grande forturna, in particolare negli ultimi tempi.
Non fa eccezione in tal senso neppure Confidence - La truffa perfetta di
James Foley, in cui l’autore di A distanza ravvicinata e Americani mostra
di aver assimilato e fatto propria la lezione dell’illustre precursore – il cui
film fu premiato, forse con eccessiva benevolenza, con sette Oscar –, lezione
tutta incentrata sul carisma degli attori, sul ritmo, sull’imprevedibilità
della storia, sulla suspense e sull’effervescenza dei dialoghi. Il tutto
ovviamente aggiornato ai tosti tempi che corrono ed ambientato nello scenario ideale
per una truffa,
ovvero nel bel mezzo del calderone multietnico di Los Angeles. Il protagonista
di Confidence è il giovane Edward Burns nei
panni del geniale truffatore Jake Vig che, insieme ai suoi inseparabili tre
compari, ci spiega l’atto finale di un bidone apparentemente riuscito:
purtroppo i 150mila dollari rimasti sul piatto del raggiro in realtà
appartengono ad un iperattivo boss locale di mezza età che ama farsi chiamare
il “Re” ed è molto vendicativo (un Dustin Hoffman in grande spolvero). La
‘freddatura’ di un compare costringe Jack a scendere a patti con il Re, che
dimenticherà lo sgarbo subito in cambio di una fetta della truffa ordita ai
danni di una vittima da lui stesso indicata: un banchiere nato nel suo stesso
quartiere verso cui il Re prova da sempre una radicata invidia. Jake giocoforza
accetta, elabora un piano e recluta nella squadra, oltre al tirapiedi
inpostogli dal Re, anche l’avvenente ladra Lily, che
sarà l’aggancio per il merlo interno alla banca. Il piano, non originale ma
fino ad allora mai riuscito a nessun collega di Jake, consiste nel far passare
la sua squadra per una società hi-tech in cerca di un prestito milionario,
ungere il banchiere giusto, incassare la cifra in una banca off-shore ai Caraibi.
Le cose ovviamente andranno complicandosi per l’arrivo in città di uno zelante agente
speciale fermamente intenzionato a catturare Jake Vig nel making of della
truffa. Confidence è marcato da un incredibile ritmo sul fronte
registico: l’obiettivo di Foley si sposta in continuazione a mostrarci la scena
da diversi punti di vista, per poi passare alla sequenza successiva in genere
senza soluzione di continuità, assecondando i pimpanti dialoghi che
contrappuntano tutto il film. Ad ingarbugliare ancora di più la trama
contribuisce la scelta di ricorrere ad una serie di lunghi flashbacks per
tirare le fila della storia à rebours. La suspense è assicurata
dallo stesso sviluppo dell’articolata truffa, che si alterna
tra realistica progettazione ed immediata applicazione pratica: la bravura di
Foley consiste appunto nell’estrema attenzione ad ogni singolo dettaglio, al
più minuscolo richiamo tra una sequenza e l’altra, ed in fondo anche nella
scelta di soluzioni intricatissime ma, tutto sommato, pratibili. Confidence funziona come un
meccanismo ad orologeria oliato alla perfezione, in cui tutti gli ingranaggi
fanno il proprio dovere con millimetrica sincronia. Una truffa davvero
impeccabile, godibile e spiazzante fino all’ultima inquadratura.
Confidence - La truffa perfetta (Confidence), regia di James Foley, con Edward Burns, Dustin Hoffman, Rachel Weisz, Andy Garcia; thriller; Usa/Can./Germ.; 2003; C.; dur. 1h e 37'
Voto
7½
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