Special Lorenzo Bianchini
: ritratto
Special Lorenzo Bianchini
: intervista
Special Lorenzo Bianchini
: Radice quadata di Tre
Sei stato uno dei pochi regista che si è
affermato a livello nazionale con lungometraggi a basso costo. Ci spieghi come hai fatto e quali scelte
tecniche hai dovuto operare ?
Credo di aver
operato come tutti coloro che realizzano film a costo
zero. Ho curato in prima persona tutte le fasi di lavorazione del prodotto
rivestendo chiaramente diversi ruoli oltre che quello del regista. Ho coinvolto
persone animate da passione pura formando un piccolo gruppo compatto e valido.
Di buono c’è che vivi il film in tutte le sue fasi di costruzione, imparando giocoforza mestieri e sperimentando arti che solitamente,
nelle grosse produzioni (e non solo), sono demandate ad altri. Questo ti
permette una formazione “autodidatta” fondamentale e completa.
Siamo così riusciti a portare a termine, sempre con gran fatica e pochi
mezzi, tutti i lavori che ci eravamo prefissi di fare.
I lungometraggi finiti e proiettati nelle sale grazie al CEC (Centro Espressioni Cinematografiche di Udine) hanno suscitato interesse al pubblico e alla
critica. Successivamente il classico e indispensabile
percorso di proiezioni in vari festival italiani per confrontarsi con un
pubblico più vasto. Alla fine, passo determinante per
coronare il percorso di divulgazione, la stampa del DVD del primo
lungometraggio “Radice quadrata di tre”, sempre ad opera del CEC, che lo sta
attualmente distribuendo a livello nazionale.
Dopo
la lavorazione di Radice Quadrata di Tre ho constatato
una volontà di assimilare i connotati di genere in una chiave narrativa più
compatta come in Custodes Bestiae
e Film Sporco, dove si nota una pianificazione d’insieme maggiormente
funzionale. Quali accorgimenti hai adottato a
proposito?
Istintivamente posso dirti che non ho adottato
alcun accorgimento. Probabilmente l’esperienza che ogni lavoro ti consente di
assumere la porti conseguentemente a servizio di quello successivo dando
l’impressione che tutto sia stato pianificato con
maggior cura. Invece, per farti un esempio, posso dirti
che le inquadrature sono sempre state frutto di improvvisazione al momento
della ripresa.
In
Film sporco, dove ti sei misurato con il thriller, hai
utilizzato un fonico e accorgimenti visivi come le retroproiezioni
per i dialoghi in auto. Come hai affrontato tecnicamente queste difficoltà e
che problemi hai riscontrato a girare in esterni in
piena notte?
Film
Sporco è stato realizzato in brevissimo tempo. Un mese per soggetto e
sceneggiatura, cinque giorni per le riprese e due mesi
per il montaggio. A parte due ragazzi che mi hanno aiutato con le luci, in
questo film non c’era proprio traccia di una troupe.
Non c’era un fonico, non un direttore della fotografia, ne
un cameraman, ne un elettricista ecc. Malgrado tutto abbiamo avuto poche
difficoltà tecniche perché per gli esterni, a parte un faro potente, utilizzavo
fonti luminose già esistenti in loco come lampioni, insegne, ecc. Le retroproiezioni per i dialoghi in auto hanno facilitato le
riprese.
Oramai dopo tre film, come è maturato il tuo stile dal primo all’ultimo
lungometraggio? E come pensi proseguirà il tuo lavoro con il nucleo di persone
che collabora attivamente alla realizzazione delle tue
opere?
Sempre disponibile, nel caso di futuri lavori in cui mi sia concessa libertà di scelta dei collaboratori, a
continuare con i soliti amici. Per
quanto riguarda la maturazione
dello stile francamente non so risponderti. Se c’è
uno stile, e la cosa sarebbe già grandiosa, e se questo cresce o cambia, o
peggiora… per poi migliorare ancora e mutare nuovamente, beh… se l’evoluzione
piace o meno è il pubblico a stabilirlo.
Come
scegli la sceneggiatura da dirigere, e a cosa ti ispiri
per dare vita alle tue storie?
Fino
ad ora ho lavorato su sceneggiature che ho curato in prima persona, a volte da
solo, a volte con un’altra persona. La storia, o
meglio i soggetti, partono quasi sempre da un’immagine
che mi balza in testa. Può essere un luogo, un oggetto o altro. Radice quadrata
di tre, per esempio, nasce quasi suggerita dalle inquietanti locations naturali dei sotterranei della scuola in cui è
stato girato. Custodes Bestiae parte dall’immagine di
una luce tenue che taglia il buio antico di una caverna illuminando lo
scheletro deforme di una sorta di Minotauro.
Il rapporto con gli attori, soprattutto con quelli privi
di esperienza, come riesci a dialogare con loro e
ottenere una buona interpretazione? Massimiliano Pividore,
che è da considerare il tuo attore feticcio, sarà ancora presente nei tuoi
prossimi lavori?
Se la storia prevede un personaggio con caratteristiche che
Massimiliano può interpretare e valorizzare, assolutamente si. Per
quanto riguarda gli attori privi d’esperienza, non faccio altro che dire loro qual’è la caratteristica di massima che il personaggio
dovrebbe avere e giro la scena più volte… qualcosa verrà ben fuori…
Dopo tre film alle spalle, e un DVD
in uscita a livello nazionale, hai intenzione di
promuoverti nel mondo della produzione
cinematografica nazionale, o il tuo ideale e continuare con
l’indipendenza?
E’
chiaro che mi piacerebbe fare un film in cui possa
investire tutte le mie energie e curare solo l’aspetto della
regia, senza dover pensare all’organizzazione generale, a caricare le
batterie della videocamera, a scaricare le apparecchiature in piena notte,
quando tutti se ne sono già andati, o a telefonare a destra e a manca per
organizzare una singola ripresa, ecc. ecc.
Con l’arrivo del
HD, come pensi cambierà il tuo modo di lavorare nel breve termine?
Non
ho ancora provato ad utilizzare questa soluzione, ma
credo che non si discosti molto, se non sul piano puramente estetico, dal digitale che ho
usato fino ad ora.
Come vedi nel prossimo futuro il
cinema indipendente, in vista della rivoluzione digitale
ad alta definizione. Ci sarà più spazio per autori fuori
dalla sfera d’interesse romana?
Sicuramente il digitale
permette a chi nutre interesse e passione per il cinema, di sperimentare la
propria arte abbattendo almeno i costi della pellicola, con tutte le
apparecchiature annesse e connesse.
A
questo punto della tua carriera quali sono i tuoi
prossimi traguardi da raggiungere?
Vorrei fare
un altro film, e poi un altro e un altro ancora… e poi…. Boh!
Forse ancora un altro
film… ho scritto cinque soggetti, due dei quali già trasformati in
sceneggiatura e sarei anche
pronto a partire… e un produttore????.....mah…
Voto
8