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  29/03/2024 - 00:34

 

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Scanner - arte
 


Michele Zaza
Io sono il paesaggio
Una fotografia che traduce il tempo lineare in tempo circolare
Dal 16 Maggio al 16 settembre 2007 Galleria SIX di Sebastiano Dell’Arte in Via Carducci 10 a Lissone

 




                     di Giovanni Ballerini


"La figura del fotografo, scelta da me in conformità delle mie esigenze, diverse nel corso degli anni, registra tecnicamente quello che vede, quella costruzione visiva dell’immagine o dell’azione che io stesso concepisco. Mi viene in mente Cézanne, quando diceva di voler cogliere una realtà senza però trovarla già fatta, ma creandola da sé. E’ un po’ questo il rapporto che ho con la fotografia, nel suo valore strumentale, non linguistico”.

Michele Zaza usa la fotografia, ma non è un fotografo, preferisce piuttosto definirsi un pensatore di immagini. Lo dimostra nella mostra “Io sono il paesaggio” in programma dal 16 Maggio al 16 settembre 2007 nel grande spazio espositivo (oltre 400 metri) della Galleria SIX di Sebastiano Dell’Arte, in  Via Carducci 10 a Lissone (Milano).

la fotografia di Michele Zaza, traduce il tempo lineare in tempo circolare, perpetua le immagini della vita, fermate ed isolate nel loro movimento, conducendo alla meditazione, nella quale l’uomo si concentra sul proprio essere, per diventare quello che vuole essere. Le grandi sequenze e l’opera con sculture, presentate in occasione della mostra alla Galleria Six, restituiscono, in un'atmosfera carica di simboli, la figura di un corpo supremo aperto alle relazioni ed interazioni con uno scenario segreto: un corpo, a volte maschile a volte femminile, trasfigurato mediante il maquillage blu del volto, e custodito da forme misteriose, presenze scultoree archetipiche, o da elementi d'uso del quotidiano (le molliche, l’ovatta, il cuscino).

Michele Zaza dichiara in merito: "Lungi da ogni sorta di condizionamento tecnologico dominante, nelle ultime installazioni sono fortemente inclinato a ricostruire una situazione primordiale nella quale è possibile incorporare una condizione umana oltrepassata e trasfigurata".
Una ipotesi di centralità-unità-totalità che mi permette di concepire una configurazione cosmologica, di mettere insieme terra, cielo, uomo. E la coscienza, che diviene il filo conduttore di una realizzazione ideale del mondo a partire dal suo naturale fondamento antropologico. Umanizzazione dalla natura e naturalizzazione dell’uomo si compenetrano fino al conseguimento di una cosmologia umanistica. Un paradiso adulto che si manifesta e si concretizza come prototipo portando l’essere oltre se stesso.

“La vita corre e noi la seguiamo – spiega Zaza -. Io cerco di rovesciare questo rapporto. Mi fermo, scelgo la lentezza. Sul sentiero dell’immagine realizzo la mia modificazione corporale e mentale. Cerco di conquistare una verità che trascenda la morale e la sociologia. D’altra parte l’irrequietezza dell’artista, questo senso di quotidiano inappagamento, genera costantemente pensieri di opposizione alle figurazioni familiari del reale formulato, e da quei pensieri verso continui sviluppi espressivi arricchiti da nuovi elementi”.

Michele Zaza nasce a Molfetta (Puglia) il 7 novembre 1948. Dopo aver frequentato l'istituto di Belle Arti di Bari, si trasferisce a Milano per seguire il corso di scultura di Marino Marini all'Accademia di Brera. Nel 1976 con il ciclo intitolato “anamnesi”, invita lo spettatore ad un mondo magico dove le figure sembrano volare, e cibarsi di molliche di pane. L'artista apre uno spazio celeste e onirico che evoca la misteriosità dell'universo, uno spazio di libertà ritrovata. Verso la fine degli anni '70 le sue opere invertono il rapporto tra l'alto e il basso, il cielo col pavimento, liberano le cose dalla gravità del mondo "normale", dalla loro funzione utilitaria. Negli anni '80 e ‘90, le opere iniziano a sconfinare nello spazio reale: le sculture in legno si collocano al di fuori dello spazio fotografico. Fotografia e scultura si rafforzano reciprocamente. Le pareti espositive diventano un luogo riferito metaforicamente alla struttura dell'universo, alla terra, e insieme al cielo.

Voto 7 

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