Giovanni Stradano
A Firenze 1523-2023
Le più strane e belle invenzioni del mondo, per i cinquecento anni dalla sua nascita, direzione scientifica e coordinamento generale di Carlo Francini e Valentina Zucchi, a cura di Alessandra Baroni
Dal 17 novembre 2023 al 18 febbraio 2024 al Museo di Palazzo Vecchio a Firenze
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Uno sguardo diverso e intenso sulla Firenze del '500 ce l’offre la mostra dedicata al pittore Giovanni Stradano (Bruges 1523 - Firenze 1605) in occasione dei cinquecento anni dalla sua nascita, continua fino al 18 febbraio 2024.
Avere collocato l’esposizione a Palazzo Vecchio, dove l’artista fiammingo, che in realtà si chiamava Jan van der Straet, fu impegnato per molti anni è un modo intelligente per celebrare un personaggio che molto operò per la città nella quale scelse di vivere fino alla fine dei suoi ottantadue anni. Questo artista fiorentino d’adozione lavorò a lungo proprio a Palazzo Vecchio (che accoglie oggi la sua mostra) per la decorazione delle stanze nuove - fra cui gli appartamenti dedicati agli Dei terrestri, ovvero i Medici, le stanze di Eleonora di Toledo, lo Studiolo di Francesco I - e della Sala grande, nota come Salone dei Cinquecento, contribuendo a un’opera ricca e complessa con la sua personale cifra stilistica.
Al suo mirabile lavoro rende omaggio Giovanni Stradano a Firenze 1523-2023. Le più strane e belle invenzioni del mondo la mostra promossa dal Comune di Firenze – Ufficio Patrimonio Mondiale e Rapporti con UNESCO e MUS.E, con il supporto del Ministero del Turismo, la direzione scientifica e il coordinamento generale di Carlo Francini e Valentina Zucchi e la curatela di Alessandra Baroni. L’esposizione conta circa 80 opere, tra dipinti, disegni, stampe, libri, arazzi e strumenti e offre un approfondimento inedito su Stradano, che fu il principale e più versatile collaboratore di Giorgio Vasari nella decorazione di Palazzo Vecchio.
“Una mostra che vuole riconnettere la cittadinanza con il proprio patrimonio culturale attraverso gli eventi e i personaggi della storia fiorentina , accendendo i riflettori su Giovanni Stradano e sull’importanza di questo artista per la nostra città e per Palazzo Vecchio - ha detto la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini -. E’ un’occasione per scoprire da vicino uno degli artefici della grandiosità del palazzo, in un suggestivo e innovativo confronto tra disegni e opere, su cui si fonda la chiave di lettura della mostra. Una monografica che si inserisce nel progetto di valorizzazione delle ricorrenze e dei centenari portato avanti dall’Ufficio Firenze Patrimonio mondiale e rapporti con Unesco come elemento di identità e al tempo stesso di apertura e integrazione, simboleggiato proprio dalla storia fiorentina dell’artista fiammingo”.
Ritrattista, paesaggista e soprattutto disegnatore originale, questo straordinario artista fu anche Accademico del Disegno sin dalla fondazione della prestigiosa istituzione voluta da Cosimo I de’ Medici nel 1563. Giorgio Vasari, secondo il quale Stradano ebbe “buon disegno, bonissimi capricci, molta invenzione e buon modo di colorire”, si affidò a lui per molte opere tra cui l’originale dipinto per la Battaglia di Scannagallo, emblema della vittoria di Firenze su Siena, e i celebri arazzi delle Cacce, destinati alla villa di Poggio a Caiano.
“Si tratta di una mostra epocale per Palazzo Vecchio, che ne esalta la storia restituendone la ricchezza, la complessità e l’originalità – spiega Valentina Zucchi, responsabile della mediazione MUS.E e direttrice scientifica della mostra -. Condividere con il pubblico un approfondimento sull’artista fiammingo Giovanni Stradano, al fianco di Giorgio Vasari per molti anni nel rinnovamento della reggia medicea e largamente apprezzato dai Medici anche oltre, è l’occasione per comprendere la portata del fermento che caratterizzò Firenze nella seconda metà del Cinquecento e per approfondire la conoscenza di un grande protagonista dell’arte di quel tempo, capace di intrecciare la propria cifra nordica con le sensibilità italiane ma anche di cogliere le stupefacenti novità dell’età moderna, interpretandole con acume e creatività”.
Sei le sezioni allestite lungo il percorso museale, dove le opere della mostra sono poste in dialogo armonioso e proficuo con i dipinti che Stradano stesso eseguì in palazzo, con l’intento di offrire uno sguardo approfondito sulla decorazione che tuttora è possibile apprezzare nelle sale ma anche sulla sua originale modernità creativa, con prestiti importanti dal Musée du Louvre di Parigi, dall’Albertina Museum di Vienna e dal Rijksmuseum di Amsterdam, ma anche dal Museo di San Matteo di Pisa, dall’Istituto Nazionale della Grafica di Roma, dai Musei Civici di Milano, dalle Gallerie degli Uffizi, dal Museo Nazionale del Bargello, dalla Biblioteca Nazionale di Firenze, dalla Biblioteca Medicea Laurenziana e altre importanti collezioni pubbliche e private.
“La mostra – spiega la curatrice Alessandra Baroni - offre una rara occasione per capire in che modo nasce un capolavoro complesso iconograficamente come la decorazione delle pareti e delle tavole di Palazzo Vecchio, un’opera davvero corale e una celebrazione della potenza militare e tecnologica della Firenze di Cosimo I. Andare con lo sguardo dagli spettacolari disegni di Stradano ai dipinti, agli arazzi penso sia un’esperienza unica per il visitatore. Stradano poi comprese presto, prima di tanti altri, che riprodurre le sue invenzioni nelle stampa avrebbe moltiplicato e prolungato all’infinito il loro successo e la sua fama”.
Voto
7½
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