L’eccezionale
mostra “Storie
da un’eruzione. Pompei, Ercolano, Oplontis” è giunta a Trieste, terza tappa
del suo tour espositivo i cui
precedenti sono stati le città di Napoli e di Bruxelles e a cui seguiranno, dopo
Trieste, quelle di Mannheim ( Reiss – Engelhorn Museum, 28 novembre 2004 – 17
aprile 2005) e di Chicago ( The Field Museum, 18 ottobre 2005 – 26 novembre
2006
Si
tratta di un’esposizione
che offre una panoramica completa sulla vita quotidiana nelle città di Pompei,
Ercolano e Oplontis
durante il I secolo d. C.. Una conoscenza così approfondita, che va oltre la
mera speculazione archeologica, è stata resa possibile dal modo in cui la vita
improvvisamente si fermò in quella lontana e fatidica data: 79 d. C..
L’eruzione del Vesuvio coprì Pompei sotto una densa
pioggia di lapilli infuocati, di pomici roventi e di sassi accesi, mentre
Ercolano fu invasa da una fitta nebbia di gas venefici, emessi dalla bocca del
vulcano, causando la morte per asfissia di tutti gli Ercolanesi che cercavano
di fuggire rifugiandosi tra i magazzini e le strutture del porto che si
rivelarono, però, una trappola fatale. In questo modo il Vesuvio fermò per
sempre “l’attimo fuggente” di quella popolazione che sino a quella calda
giornata del 24 agosto aveva vissuto, ignara dell’imminente tragedia, all’ombra
del “monte incandescente”.
Da
quel momento le città di Pompei, Ercolano
ed i centri limitrofi rimasero sepolti per oltre un millennio, sino a quando,
nel 1738, vennero scoperti suscitando una vasta eco d’interesse non soltanto
nel più immediato settore archeologico, ma anche in quello artistico e
letterario. Le città
vesuviane iniziarono ad
essere una delle mete privilegiate del grand
tour settecentesco, il viaggio in Italia prevedeva un soggiorno anche
presso i siti archeologici campani, ed uno dei punti di riferimento
imprescindibile per le nuove architetture, per le decorazioni e anche per
l’abbigliamento, soprattutto femminile.
Grande
fu, inoltre, la diffusione di acquerelli, disegni, incisioni e pitture
raffiguranti le città vesuviane, in modo reale o ideale, prima dell’eruzione.
Così anche la letteratura ottocentesca europea ed americana non rimase
insensibile al notevole fascino e mistero che avvolgevano i centri da poco disseppelliti,
producendo una serie di racconti, di romanzi e di saggi sulla vita quotidiana
del I secolo d. C. a dimostrazione di come la storia di quelle vittime del Vesuvio
” fosse entrata pienamente
nell’immaginario collettivo.
Ancora
oggi quell’iniziale sorpresa, destata dalla scoperta di Pompei e di Ercolano,
continua ad essere alimentata da sempre nuovi ritrovamenti che hanno la
peculiarità di essere una fonte di una quantità di svariati elementi di
conoscenza ben conservati dato il modo ed il tempo in cui furono seppelliti
durante l’eruzione. Dall’analisi di tali dati è possibile conoscere il modus
vivendi di una città di provincia del I secolo d. C. : il numero degli
abitanti, l’età media della popolazione, la qualità della vita,
l’organizzazione socio – economica, i prodotti delle botteghe artigiane, i tipi
di ornamenti femminili, ecc…
La
mostra consente di compiere un affascinante viaggio indietro nel tempo di
circa duemila anni, ammirando i luoghi e gli spazi privati abitati dai
Vesuviani ed anche i numerosi oggetti personali quali, ad esempio, anelli ed
orecchini d’oro; balsamari in vetro soffiato; candelabri in bronzo; cassaforte
in ferro, bronzo e rame; cassette con strumenti chirurgici; cinturoni in
argento; cucchiai in argento; grumi di monete in oro e in bronzo, culle, letti
e tavolini in legno carbonizzato. Oggetti, quindi, che permettono di mettersi
in un rapporto pressoché intimo e diretto con chi li ha posseduti visto anche
il loro eccezionale stato di conservazione che, come ricorda Plinio il Giovane
in una sua lettera in cui descrive la morte dello zio Plinio il Vecchio
soffocato dalle esalazioni del vulcano, riguarda anche i corpi delle vittime:
“[…] il suo corpo fu trovato intatto ed illeso, coperto dei panni che aveva
indosso: l’aspetto più simile ad un uomo che dorme che non a un morto.”
Info: “Storie da un’eruzione.
Pompei, Ercolano, Oplontis”, Scuderie del Castello di Miramare, Trieste.
Curatori mostra e catalogo: Antonio d’Ambrosio, Pier Giovanni Guzzo, Marisa
Mastroroberto. Catalogo: Electa.
Orari: tutti i giorni 9 – 19,
l’ingresso è consentito sino ad un’ora prima della chiusura. Tariffe: 7 €,
ridotto 5 €. Infoline e prenotazioni individuali: Verona 83, tel. +39 041
2770470. Dal 25 luglio al 31 ottobre 2004.
Voto
9