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  26/04/2024 - 12:05

 

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Mario Del Curto
Banditi. Sulle vie dell’Art Brut
Mostra fotografica a cura di Elisa Fulco
Dal 28 aprile al 28 maggio 2006 Palazzo Martinengo, Brescia, Via dei Musei 32

 




                     di Giovanni Ballerini


Il termine Art Brut è stato inventato dall'artista e collezionista Jean Dubuffet nel 1947 per riunire sotto un'unica dizione le svariate creazioni di artisti inconsapevoli, mentalmente o socialmente emarginati, esposte in occasione dell'apertura del Foyer dell'Art Brut di Parigi.
L'artista nel manifesto L'Art Brut préferé aux arts culturels del 1949 ha differenziato l'Art Brut dai campi apparentemente limitrofi (Art Naïf, Arte Primitiva) tracciando una sorta di identikit dell'artista outsider che per essere considerato tale doveva possedere determinate caratteristiche: creare per il piacere della creazione in sé, essere libero da ogni condizionamento culturale e da una qualsiasi  volontà di adesione a una corrente artistica riconosciuta. 
Anche il fotografo svizzero Mario Del Curto (Losanna, 1955) nella sua prima personale italiana, che si tiene dal 28 aprile al 28 maggio 2006 Palazzo Martinengo di Brescia, fa esplicito riferimento all’Art Brut. La mostra Banditi. Sulle vie dell’Art Brut è una carrellata di scatti fotografici rigorosamente in bianco e nero che testimonia la creatività clandestina di artisti che operano  in atelier psichiatrici, in laboratori a cielo aperto  in lontane e sperdute province (dalla Francia, agli Stati Uniti, alla Polonia).
Da giovedì 27 Aprile 2006 Banditi. Sulle vie dell’Art Brut porta in anteprima assoluta a Palazzo Martinengo di Brescia la mostra itinerante Les clandestins. Sous le vent de l'art brut del Musée de l’Elysée di Losanna - costituita da 126 ritratti di autori noti nel panorama internazionale dell’Art Brut-, una quindicina di ritratti appositamente commissionati nel 2005 a Mario Del Curto dall’IRCCS – Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Brescia nei tre Atelier del Fatebenefratelli presenti in Lombardia (Bottega dell’Arte, Brescia, Atelier di Pittura Adriano e Michele, San Colombano al Lambro (Mi), Atelier la Bicicletta Blu, Cernusco sul Naviglio -, una inedita sezione dedicata ai luoghi d’arte irregolare italiani.
In ambienti inattesi ci si imbatte nel francese Andre Robillard dall’aria severa con i suoi disarmanti fucili-giocattolo, nello svizzero Eugenio Santoro, le cui sculture di legno si trasformano in animali cavalcabili, nello statunitense Vollis Simpson, famoso per i suoi enormi mulini a vento disseminati nel paesaggio. Non mancano toccanti scoperte di Mario Del Curto, tra tutti il polacco Stanislaw Zagajewski, autore di infinte sculture dall’aspetto antropomorfo, le cui fattezze seppur deformate hanno un carattere autobiografico.

Numerosi scatti sono dedicati agli Atelier, in particolare ai primi ad imporsi nel circuito dell’Art Brut, quali Gugging, storica Casa degli Artisti sorta nel 1981 nei pressi dell’ospedale psichiatrico di Vienna che ha ospitato a lungo artisti noti quali August Walla, Johann Hauser, Johann Fischer; l’Atelier La Tinaia di Firenze, fondata da Massimo Mensi nel 1975 sull’onda italiana dell’antipsichiatria, i cui autori (Franca Settembrini, Marco Raugei) sono presenti in importanti collezioni di art brut straniere.
Il titolo, e il senso di questo progetto,  Banditi. Sulla via dell’Art Brut gioca sull’ambiguità semantica dell’essere messi al bando e dell’essere banditi, cioè dei fuori legge. I protagonisti della mostra  fotografati da Mario Del Curto creano la loro opera  fuori delle leggi del “sistema” dell’arte, operano in luoghi  isolati, si rifugiano in comunità protette. Come accade con i fuori-legge ed i perseguitati, a volte se ne perdono le tracce. Attraverso il passaparola, la “segnalazione” di amici e conoscenti, Mario Del Curto da più di vent’anni ricostruisce i percorsi di questi artisti e traccia nuove mappe e geografie umane.
La spinta utopica che accomuna la generazione di autori nati negli anni 50, guida Del Curto a inseguire e immortalare visi, luoghi e opere destinate a disperdersi, castelli di carta portatori di sogni di breve durata. Il fotografo preferisce non parlare di reportage ma piuttosto di un omaggio alla creatività anonima lontana dalla luce dei riflettori e dal mainstream.
Il progetto fotografico di Mario Del Curto è nato nei primi anni ‘80 a seguito della visita alla collezione di Losanna, gli scatti in mostra conducono il pubblico in un viaggio per il mondo alla scoperta degli autori di art brut ancora viventi.

Voto 8 

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